Una ragazza ventenne è stata violentemente colpita dal fratello mentre, sua madre, è stata uccisa dal marito perché era intervenuta in difesa della figlia nel corso di una violenta lite familiare. Le due donne hanno pagato un durissimo prezzo perché la giovane aveva osato sfiidare le leggi di una tradizione intollerante di ogni desiderio di libertà. La ragazza studiava a Carpi in provincia di Brescia. Nei particolari della tragedia è stata però assassinata la madre della ragazza, 46 anni, che era intervenuta in difesa della figlia ed è stata colpita dal marito, un operaio di 53 anni. Anche uno dei cinque figli della famiglia, 19 anni, che aveva preso parte alla lite, ha colpito a sprangate lo sorella che, pur ferita, è riuscita scampata alla brutale aggressione. Padre e figlio pakistani hanno dunque “punito” la ragazza, rispettivamente figlia e sorella che, nell’esasperato scontro familiare, sembra avesse rifiutato nell’esasperato scontro familiare - un matrimonio che doveva essere combinato dal padre. La madre è stata colpita violentemente con un sasso o, forse peggio, con un pesante mattone probabilmente scagliatole addosso proprio dal marito, che ha così messo a tacere la disperata difesa della madre in favore di sua figlia. La figlia è stata violentemente colpita con una sbarra. La giovane è stata ricoverata in uno stato pietoso in ospedale, ma per fortuna non è risultata in pericolo di vita. La mamma, invece, è morta sotto i colpi furibondi del marito. Il delitto è avvenuto nel cortile di un edificio del centro abitato di Novi di Modena. In quella casa la famiglia e i cinque figli vivono da alcuni anni e all’interno del giardino si è consumato il dramma. Dalle prime indagini dei carabinieri si è subito capito quanto tenacemente che la ventenne si fosse ribellata alla decisione familiare di affidarla in sposa a un connazionale. Pare che in quel momento fossero anche due degli altri tre figli più piccoli, mentre la terza, un po’ più grande, era fuori per lavoro. Sembra che a colpire la ragazza, con una spranga che l’ha ridotta in gravi condizioni, sia stato il fratello di 19 anni anche lui operaio, aiutato dal padre, che poi avrebbe impugnato una pietra con la quale colpire la moglie, uccidendola. Alla scena hanno assistito alcuni vicini, che hanno chiamato i soccorsi. Sono intervenuti gli operatori del 118, per una corsa verso in ospedale. I carabinieri accorsi sul posto hanno fermato padre e figlio e a portarli in caserma per un lungo interrogatorio. I due pakistani hanno però hanno scelto di fare scena muta, di non rispondere alle domande del pubblico ministero Pasquale Mazzei e degli ufficiali dell’Arma.
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