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Del seguente articolo:

agosto-Ottobre/2010 -
L'influenza stagionale
Influenza aviaria, nelle piume delle anatre il ‘viaggio’ del virus
Elisa Nemiz

Con un paziente e attento studio sulle piume delle anatre selvatiche, in relazione alle modalità di migrazione dal continente asiatico del virus dell’influenza aviaria, un gruppo di ricercatori coordinati dal virologo dell’Università di medicina veterinaria di Bologna Mauro Delogu, ha effettuato una scoperta scientifica di valore mondiale. Nel suo fantastico ‘viaggio’ lungo migliaia e migliaia di chilometri quel virus che ha mobilitato scienziati di valore internazionale, sopravvive rimanendo nascosto, diremmo quasi ‘impastoiato’, nel grasso del piumaggio delle anatre selvatiche. I risultati di questo lavoro di analisi di migliaia di volatili selvatici che è durato una decina d’anni, sono stati raggiunti con l’impegno di tanti volontari (ricercatori universitari ed esperti del WWF Italia) che hanno posizionato in acqua decine di gabbie e reti per la cattura incruenta degli uccelli migratori disponendole in punti strategici della laguna. Questa laguna, che si estende per circa 8 kmq lungo le coste della Maremma fra Orbetello e Porto Santo Stefano è una delle più importanti aree protette del WWF in Italia. Ha un preciso valore storico in quanto è stata la prima oasi naturale a nascere e fu realizzata per volontà di Fulco Pratesi. Da sempre costituisce una sorta di “area di sosta” per tante specie di volatili, stanziali e migratori). I risultati della ricerca spiegano anche come avviene il coinvolgimento di moltissime specie di uccelli acquatici nelle infezioni da virus influenzali. Ciò si verifica proprio in virtù di quell’attitudine che hanno i volatili nel pulirsi a vicenda le piume. La ricerca del team ha preso il via proprio nelle acque di quella laguna (profonde mediamente una cinquantina di centimetri) e per anni si è snodata su migliaia di esemplari momentaneamente catturati e poi rimessi in libertà, attraverso il lungo impegno di ricerca e osservazione del dottor Mauro Delogu e della moglie Alessandra De Marco, supportati dalla preziosa sorveglianza nonché appassionata partecipazione di Luigi Calchetti, storica guardia del WWF e custode della laguna. La cattura delle anatre selvatiche e il loro pronto rilascio si sono susseguiti migrazione dopo migrazione, consentendo di raccogliere dalla natura preziosi campioni da studiare in laboratorio. Ogni anatra veniva così identificata individualmen-te tramite un piccolo anello posto su una zampa su cui è inciso un codice per consentirne il riconoscimento. I campioni prelevati ( piccole quantità di grasso impermeabilizzante il piumaggio) sono stati analizzati per la ricerca dei virus dell’influenza aviaria presso i diversi centri di analisi scientifica dei laboratori che hanno partecipato alla ricerca. È stata quindi con certezza messa in luce l’esistenza di un sistema naturale di circolazione e trasmissione dei virus influenzali sino ad oggi sconosciuto. Questa importante novità potrebbe oggi consentire l’apertura di altri e del tutto nuovi spiragli di ricerca al fine di individuare nuovi approcci per ridurre il rischio sanitario per l’uomo. Grazie alla palude ed alle sue anatre selvatiche, si è così dimostrato come i virus siano capaci di “migrare” attraverso l’acqua verso il corpo delle anatre selvatiche, finendo con il legarsi ai grassi di superficie che ne impermeabilizzano il piumaggio. Questa abilità permette loro di farsi trasportare passivamente per migliaia di chilometri senza essere visti ne dare malattia, durante i voli di spostamento degli uccelli acquatici, infettandoli successivamente durante le soste quando si rassettano il piumaggio. La scoperta di questa nuova “via di trasmissione e circolazione nella natura” dei virus dell’aviaria, è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “PLoS ONE” ed è stata realizzata grazie alla collaborazione tra i ricercatori di diverse istituzioni: - Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia Animale, Facoltà di Medicina Veterinaria - Università di Bologna - Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate, Istituto Superiore di Sanità, Roma - Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare, Istituto Superiore di Sanità, Roma - Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, Lugo (Ravenna) - Division of Virology, Department of Infectious Diseases, St. Jude Children’s Research Hospital, Memphis, Tennessee, USA. Nel gruppo di lavoro coordinato da Mauro Delogu, importanti i contributi di Maria Alessandra De Marco, Livia Di Trani, Elisabetta Raffini, Claudia Cotti,Simona Puzelli, Fabio Ostanello, Robert G. Webster, Antonio Cassone, Isabella Donatelli.


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