Direttore Responsabile Leandro Abeille


 
home
sommario
noi
pubblicità
abbonamenti
mailinglist
archivio
utilità
lavora con noi
contatti
ARCHIVIO

Del seguente articolo:

agosto-Ottobre/2010 -
Spese militari o spese per la cultura
Armi o cultura? Il dibattito da noi è sempre ma per ora sembra sempre che vincano le armi
Ugo Rodorigo

La riforma universitaria 2010 è orientata verso un sistema meno
burocratizzato e mira a stimolare una maggiore autonomia
e concorrenza tra le università. Il nuovo dispositivo di legge
prevede due cicli formativi. La laurea di primo livello (ex laurea triennale)
e la laurea magistrale (ex specialistica) che dura due anni, e riguarda
anche la formazione post laurea: i master universitari di primo e secondo livello
della durata di 1 anno (cui è possibile iscriversi con il titolo, rispettivamente, della laurea
di primo livello e della laurea magistrale). Segue il dottorato di ricerca
della durata di 3 anni (dopo il conseguimento della laurea magistrale). Ma le novità principali
più contestate sono i tagli previsti per ogni ateneo e che porteranno
ad una drastica riduzione dei fondi a disposizione delle università.


Fra le misure che - chissà quando - andranno in discussione nel ddl all’esame delle Camere eccone alcune che appaiano positive: - Il riordinamento e riaccorpamento di facoltà, dipartimenti e corsi di laurea, che in parte è già stato anticipato in molti atenei (fra cui la Sapienza) e che dovrebbe porre fine a fenomeni eccessive frammentazione e proliferazioni incontrollate. - Terminerebbe il meccanismo di reclutamento dei docenti basato su logiche localistiche e deresponsabilizzanti, che tanti danni ha prodotto negli ultimi anni quali le promozioni indiscriminate, l’intasamento dei ruoli. Questo automatismo verrebbe sostituito da un sistema basato su commissioni nazionali e su liste di idonei a cui attingere per le chiamate; questo potrebbe essere un ragionevole compromesso fra le legittime istanze di autonomia delle sedi e la necessità di un controllo complessivo della comunità scientifica. - L’introduzione a tutti i livelli (dai singoli docenti agli atenei) di criteri di valutazione a cui ancorare l’erogazione dei fondi: un percorso non privo di incognite e di insidie, che occorre però imboccare con decisione per uscire dalla logica perversa degli automatismi e dei finanziamenti a pioggia. Riguardo invece a un motivo di forti dubbi che pone la riforma, spicca la mancanza di forti interventi per aprire il reclutamento o ala progressione di carriera dei giovani. Non ultime un sistema di promozioni interne. La copertura dei fondi necessari alla legge è inoltre ancora del tutto oscura. La strada scelta di tagliare ovunque non è la migliore e il governo sembra adottarla anche senza alcun dolore, Nell’acceso dibattito di questo periodo diverse le grida allo scandalo per quando ilo nostro Paese vorrebbe dedicare alle spese militari. Lì il risparmio sarebbe assoluto, soprattutto se si analizzano i costi che si vorrebbero affrontare per i nuovi armamenti aerei . Il ministro La Russa, ad esempio, ha recentemente dichiarato che non esiterebbe ad armare i suoi cacciabombardieri in Afghanistan solo se si convincesse che da questa decisione potrebbe migliorare, anche in piccolissima misura, lo stato di sicurezza dei nostri soldati in Afghanistan. Prudentemente ha poi aggiunto che se questa sicurezza non verrà modificata, ha detto che si adeguerà alle necessita di condivisione nel prossimo dibattito parlamentare. Tutto bene quindi, non sembra una posizione oltranzista questa ma, forse, non sarebbe meglio ragionare su un quanto più rapido ritiro dal contingente militare di Herat dei nostri soldati - e delle nostre armi - da quella guerra micidiale insanguinata da tanti soldati e tanti civili? Quanti soldi si potrebbero risparmiare? E quante vite umane pure? Ma ancora peggio è stata mesi fa l’idea dio sostituire - almeno in parte - il nostro ‘parco’ di cacciabombardieri AMZ che sembrerebbe ormai obsoleto e oscuro per incidenti avvenuti, con dei nuovi fiammanti F 35, dalla tecnologia molto superiore. Ritenuti dai nostri Stati Maggiori vitali per la difesa del Paese. Non sappiamo se l'idea di questo nuovo impegnativo acquisto sia definitivamente tramontata (oppure se ancora cova in qualche remoto cassetto), ma sappiamo abbastanza di certo che i cacciabombardieri F35 da acquistare dovrebbero essere esattamente 131 per un costo complessivo stimato in 13 miliardi di Euro. Una cifra da noi inimmaginabile, e anche molto imbarazzante per un governo che infierisce con tagli alla cultura ma sembrerebbe non impallidire di fronte a queste cifre da capogiro per caccia (non sappiamo se sono anche supersonici) ma di certo possono imbarcare un carico di bome o quanto meno di cannoncini da combattimento.


<<precedente sommario successivo>>
 
<< indietro
ricerca articoli
accesso utente
login

password

LOGIN>>

Se vuoi
accedere a tutti
gli articoli completi
REGISTRATI

Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!

Le parole di una vita

Cittadino Lex

gg