A tre mesi dalle devastanti alluvioni in Pakistan, le acque alte nella provincia meridionale del Sindh continuano ad impedire a più di 1 milione di persone di far ritorno alle proprie case. Nelle aree pianeggianti, come il distretto di Dadu, le famiglie rimangono intrappolate dalle acque alluvionali stagnanti e hanno bisogno di supporto urgente.
“In Pakistan, il 13 percento della popolazione è malnutrito. Più a lungo la gente rimane in queste condizioni, più grave è la loro vulnerabilità. Ci aspettiamo che questo dato aumenti nelle comunità colpite dalle alluvioni”, ha detto Nelson Castano, coordinatore delle operazioni alluvioni della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR). “Anche quando la gente potrà tornare a casa, avrà bisogno di assistenza umanitaria per i prossimi due anni. Questo non solo nel Sindh, ma in tutto il paese”, aggiunge Castano.
Nel Sindh, un milione di persone vivono ancora in campi attendati dove l'accesso a un rifugio adeguato, cibo e acqua pulita, è limitato. La Società della Mezzaluna Rossa Pakistana (PRCS), con il supporto della FICR, ha già fornito aiuto d'emergenza a 560.000 persone, ma bisogna fare ancora molto.
“Ho visto con i miei occhi neonati sdraiati su giornali nel caldo torrido. Il mondo deve agire”, dice il Senatore Nilofer Bakhtiar, presidente della Società di Mezzaluna Rossa Pakistana.
In Punjab e Khyber Pakhtunkhwa (KPK), gran parte delle famiglie sfollate ha fatto ritorno ai villaggi, solo per scoprire di non avere niente. Le fonti d'acqua sono contaminate, l'accesso ai servizi di base è scarso, le case sono gravemente danneggiate o distrutte, e non ci sono fonti di sostentamento per le famiglie.
“L'inverno è alle porte e stiamo facendo il possibile per assicurare alla gente un posto caldo dove dormire durante i freddi mesi a venire”, dice Castano. La FICR sta fornendo rifugi invernali d'emergenza a 10.000 famiglie nelle regioni montuose del KPK, oltre a strumenti e materiali necessari per ricostruire le case.
Le inondazioni di luglio hanno decimato villaggi da un capo all'altro del paese, colpendo circa 20 milioni di persone. Più di 1.9 milioni di case e 5.5 milioni di acri di terreno coltivabile sono stati danneggiati o distrutti.
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