L’amicizia tra l’uomo e il cane risale a circa 10 mila anni fa, un patto che so è smarrito con il progresso, quando l’uomo ha voluto imporre la sua superiorità sull’animale.
I cani domestici erano già compagni dell’uomo nel Neolitico. Nell’era delle palafitte viveva un piccolo cane di cui sono stati ritrovati residui fossili.
I più antichi documenti storici raffiguranti cani in bassorilievi e pitture risalgono alla civiltà assiro babilonese circa 4000 anni a.C..
L’origine del cane domestico, si ipotizza derivi in parte da varie specie di lupi e di sciacalli ma i cani di lusso attuali sono del tutto artificiali, creati mediante incroci, per soddisfare le esigenze della moda, come i pechinesi, volpini, maltesi, ecc.
Attualmente va diminuendo la collaborazione istintiva tra uomo e cane poiché si cerca di umanizzare il nostro amico con comportamenti insensati svalutando l’entità di comprensione dell’animale.
Nella maggioranza dei casi prendiamo un cane perché abbiamo bisogno di affetto, e cerchiamo qualcosa o qualcuno a cui affidare le incombenze più comuni come far divertire un bambino o fare la guardia.
Questi usi più comuni di un cane avviliscono la sua intelligenza psicologicamente.
Il cane è dotato per natura di un carattere collaborativo capace di atteggiamenti sorprendenti che sottovalutiamo quando scegliamo di adottarlo.
Ricordiamo che il cane non chiede uno spazio enorme nella nostra casa, ma una relazione condivisibile con il suo padrone.
Saremo in grado di dedicare al nuovo ospite parte del nostro tempo? Soltanto così potremo diventare loro compagni.
Da parte sua il cane vuole un padrone autorevole, non autoritario, e coerente. Se vietiamo qualcosa una volta e la permettiamo in un’altra occasione decade la fiducia dell’animale per l’uomo.
Se saremo autorevoli e gentili il cane si affiderà a noi e non creerà disagi. Il cane vuole essere coinvolto nel banco umano, non vuole essere lasciato solo, legato alla catena, nel box o in giardino, questo gli procura sofferenza e aggressività.
Ci sono episodi di aggressività verso bambini che vivono in famiglia proprio perché il cane si sente isolato, fino a raggiungere una forma di pazzia.
La sua natura lo porta a vivere in gruppi come i lupi suoi progenitori e la solitudine è fuori dai suoi comportamenti naturali.
L’uomo e il cane sono due nature diverse, il cane immedesimandosi nel suo gruppo è sempre pronto a sacrificare anche la propria vita.
Il cane ha codici comunicativi differenti dai nostri.
Lui contatta il mondo con il naso, noi con gli occhi, lui parla con posture fisiche particolari, i movimenti e i vari tipi di abbaio, noi abbiamo la parola, per rimanere nelle differenze più evidenti.
E’ sconsigliabile comprare un cane troppo giovane, per regola non prima di due mesi di vita, tempo che gli occorre per apprendere il comportamento della razza, attraverso la madre.
Questo gli da un equilibrio che lo aiuterà a vivere più serenamente.
Quando sarà nostro ospite, dovremo provvedere ad una educazione coerente che lo aiuterà a convivere nella nostra società.
Se poi si optasse per l’adozione di un cane già adulto è necessario un educatore che potrà scoprire la sua personalità ed adattarla alla vita del nuovo padrone.
Soltanto così si possono evitare eventuali disagi. La vita vissuta dal cane persiste anche dopo la sua adozione e potrebbe condizionare il suo comportamento, ma se sapremo documentarci ed informarci nella maniera giusta possiamo essere sicuri di aver trovato un essere intelligente al quale riservare rispetto per ricevere amore ed amicizia.
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