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Del seguente articolo:

Novembre-Dicembre/2010 -
Omicidio legale
Carlotta Rodorigo

Il termine eutanasia (buona morte) viene usato per indicare l’uccisione deliberata, non dolorosa di quelle persone affetta da malattie sia fisiche che psichiche inguaribili, al fine di fare cessare inutili e lunghe sofferenze.
Già gli Spartani, nell’antichità praticavano l’eutanasia eliminando bambini deboli o malati che non potevano essere futuri soldati.
Questa idea fu adottata nella Germania nazista tra il 1938 e il 1945, numerosi bambini deformi o mentalmente inferiori furono soppressi. Oggi l’eutanasia per ragioni morali o religiose, è proibita in molte nazioni del mondo.
In Italia un padre ha dedicato anni della sua esistenza nella richiesta per la figlia Eluana, alla quale fosse tolta la vita in quanto disabile.
Nel 2007 la Cassazione ha spianato la strada a Peppino Engaro per ottenere la morte della figlia, ma nessuno, in assoluto, tra i tremila padri e le tremila madri di giovani nelle stesse condizioni di Eluana hanno seguito la via che lui aveva aperto.
Tutti continuano a chiedere di essere aiutati e sostenuti nella loro lotta continua per la dignità della vita.
Tante case restano solitarie, quelle case che per anni ed anni vivono attorno ad un letto dove giacciono dei corpi che hanno bisogno d’amore.
Tra questi ci sono decine di “risvegliati” salvati dall’amore dei genitori, o del coniuge, o di un figlio che li fanno sentire presenti e non abbandonati.
Dobbiamo far crescere una cultura della vita che accolga e aiuti chi è bisognoso di aiuto.
L’articolo 32 della nostra Costituzione sancisce che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo, anche se nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario poiché la legge non può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Lo stato vegetativo appare normale e ci lascia indifferenti non sapendo ascoltare chi non si può difendere.
Oggi la scienza sta scoprendo cose inimmaginabili fino a pochi mesi fa: passando davanti agli occhi di giovani in stato vegetativo alcune fotografie di persone, di fronte all’immagine della mamma si attivano le aree del cervello che interessano la sfera dell’affetto, ed altri studi diagnostici dimostrano che la metà degli stati creduti vegetativi sono soltanto di “minima coscienza”.
Il disegno di legge noto come “Ddl Calabrò”, dal nome del suo relatore, al Senato dovrebbe scongiurare l’eventualità che si presentino altri casi “Englaro” sottoposti alla decisione di un giudice ordinario.
La campagna pro-eutanasia va avanti sostenendo il concetto di libertà e auto-derminazione sulla scelta libera di decisione di porre fine alla propria vita. Fermo restando il diritto del malato a ricevere i fattori nutrizionali.
Ma ricordiamo che l’eutanasia non è una scelta di libertà.
Si è proposto il testamento biologico da prendere in considerazione come fine della vita, da una persona ancora sana, ma quando si è malati si attiva una battaglia personale usando terapie che ci fanno vedere una vita meravigliosa anche a malati.
Non sappiamo se le persone in stato vegetativo pensino o sognino.
Se non sentono nulla no soffrono ma se sentono qualcosa ammazzarli è un delitto.
Oggi fortunatamente si raggiunge un’intesa terapeutica tra medici, famiglia e pazienti. Se il malato è terminale, il medico sa quando è il momento di sospendere i farmaci.
Questa non è eutanasia, ma civiltà.


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