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Del seguente articolo:

Febbraio - Marzo/2011 -
I campi della Croce Rossa
Clandestini maxi fuga alla tendopoli di Manduria
Carlo Rodorigo

La situazione più tesa nel dialogo che in questo frangente di caotici sbarchi a Lampedusa è stato quello di tentare di instaurare un dialogo costruttivo con i clandestini ma, la situazione più tesa, si è verificata nel campo profughi di Manduria. Nella tendopoli, secondo le procedure, i profughi dovevano essere identificati e, solo successivamente, potevano essere trasferiti in un altro campo di accoglienza, allestito in provincia di Potenza, a Palazzo San Gervasio. A Manduria, però, la folla di irregolari - quasi tutti tunisini - è stata incontenibile, e dalla tendopoli sono iniziate fughe di massa. I profughi sono scappati da un varco che si trovava all'altezza del cancello di una piccola recinzione sul retro del campo, alta non più di due metri. Questa via di uscita dal recinto era stata realizzata dai Vigili del Fuoco che stavano eseguendo dei lavori nella zona: dopo che gli immigrati l’hanno scoperta, all’inizio si affacciavano alla rete di protezione chiedendo libertà, ma poi sono passati alle facili fughe. Contemporaneamente, al cancello d'ingresso venivano appesi alcuni striscioni, uno dei quali, rivolto ai politici, recitava: "Vogliamo le vostre promesse". Centinaia di profughi hanno così abbandonato la tendopoli dirigendosi verso il vicino comune di Oria, nelle campagne vicine e anche alla stazione di ferroviaria di Taranto. Secondo i dati della polizia gli immigrati presenti nel campo di Manduria erano originariamente 1.700 tutti provenienti da Lampedusa, trasportati da una nave passeggeri. Scoperta la fuga, servizi di controllo sul territorio non hanno cessato di tentare di rintracciare e riaccompagnare alla tendopoli decine di tunisini. Al campo di Manduria, per la verità, erano stati assegnati 2.700 immigrati ma 600 di questi in mattina erano già stati destinati ad un altro centro di accoglienza. L'esodo dal campo è stato comunque un fenomeno costante di questi giorni, a partire dall'arrivo della prima nave da Lampedusa, carica di profughi, si è accentuato nei giorni successivi, in coincidenza con l'arrivo di altri 1700 migranti sbarcati a Taranto dalla nave Excelsior. Uno sbarco di altri 600 migranti è poi seguito, a circa sei ore di distanza dall'ormeggio alla base navale di mar Grande, provenienti da Lampedusa. Sono scesi circa 150 tunisini che saranno trasferiti con tre bus alla tendopoli di Manduria. Gli altri saranno portati in un secondo momento nel Centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio (Potenza). Per la maggioranza dei profughi la destinazione preferita è la Francia, anche per una questione di lingua trattandosi in prevalenza di tunisini, ma c’è anche chi spera di raggiungere la Germania o il Belgio. Il primo arrivo con la nave San Marco risale a domenica mentre martedì erano arrivati con la motonave Catania e stamane a bordo della Excelsior: in teoria dovrebbero essere complessivamente oltre tremila. Nel pomeriggio Maroni ha chiamato il sindaco Paolo Tommasino, comunicandogli che, nel giro di un mese il campo sarebbe stato smantellato. Lo ha riferito lo stesso sindaco ai consiglieri comunali e ai giornalisti, che si sono ritrovati davanti alla tendopoli per un’assemblea. Sono stati circa 600 i profughi che la sera della fuga di massa sono arrivati alla stazione ferroviaria di Taranto prendendola d'assalto nel tentativo di salire sui treni diretti al nord. Il loro arrivo così massiccio ha però fatto scattare l'allarme delle forze dell'ordine. Secondo fonti della polizia municipale, circa 300 dei 600 profughi si sarebbero dispersi nelle campagne, gli altri 300 sono stati invece circondati e sorvegliati a vista da poliziotti, carabinieri e vigili urbani. Alcuni pullman hanno poi portato un altro paio di centinaia di ospiti nel campo profughi pugliese.


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