Il campo della Croce Rossa Italiana in Tunisia a Ras Jedir, a 8 km dalla frontiera libica, è attivo. La struttura campale, adiacente al ‘Transit Camp’, gestito congiuntamente dalla Federazione internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e dalla Mezzaluna Rossa Tunisina, si estende su 5000 mq
Il Campo Profughi di Ras Jedir è dotato di una preziosa cucina da campo in grado di ‘sfornare’ 4000 pasti al giorno. Al suo interno un altrettanto prezioso apparato - ideato e progettato dai tecnici italiani -costituisce un efficace sistema di potabilizzazione dell'acqua salmastra. Nel primo giorno di avvio dell’attività umanitaria del campo profughi, alla mensa si sono presentate 150 persone: si tratta principalmente di nuclei familiari eritrei e somali provenienti dalla Libia. Anche il sistema di potabilizzazione dell'acqua è entrato in funzione: gli operatori italiani, dopo aver analizzato i campioni di acqua prelevati dal nucleo di valutazione ai primi di marzo, hanno progettato un trattamento specifico per rendere l'acqua salina completamente potabile. L'impianto ha la capacità di trattamento di 5000 litri d'acqua l'ora. Emerico Laccetti team leader della Croce Rossa Italiana e responsabile della struttura ha sottolineato quanto impegnativo sia il lavoro degli specialisti di Croce Rossa. “Di lavoro ne abbiamo tanto ma tutti noi ci impegniamo con grande entusiasmo e in stretta collaborazione con gli operatori della Mezzaluna Tunisina. Inoltre c'è grande soddisfazione perché l'impianto innovativo progettato dai nostri tecnici per la potabilizzazione dell'acqua sarà presto adoperato anche da altre organizzazioni umanitarie che operano nell'aerea. L'acqua di tutta la Regione è salmastra, questa sua caratteristica provoca seri danni ai reni, siamo felici che con il nostro apporto sia stato avviato un contributo per la soluzione di un problema così delicato e fondamentale"
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