Il commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca, interviene
sulla possibile privatizzazione della Croce Rossa Italiana contenuta
in un articolo della bozza di manovra economica del governo
La futura riforma strumentale della Croce Rossa Italiana potrebbe essere quella della privatizzazione. Serve "una scossa", però. Ne ha parlato il Commissario straordinario Francesco Rocca a margine della bozza di manovra economica allo studio del governo che, inizialmente conteneva espressamente un articolo proprio sulla privatizzazione dell'Ente pubblico. Rocca ha sostenuto che, nella riorganizzazione sostanziale della Croce Rossa Italiana, della privatizzazione se ne sente ormai la necessità. Ma "questa 'scossa' - ha poi precisato nel corso di un'intervista alla Adkronos, - deve partire dal basso, proprio dai 150mila volontari che costituiscono il cuore pulsante della Croce Rossa Italiana e che chiedono a gran voce meno burocrazia e più capacità operativa".
Tuttavia, ha proseguito il Commissario, "quell'articolo che era nella bozza della manovra non è mai stato presentato da Tremonti, e dunque non c'è nulla da stralciare".
I cambiamenti per la CRI sono comunque nell'aria, "e se è vero che serve senz'altro una scossa - ha puntualizzato - certo non dovrebbe essere così repentina" per come potrebbe apparire in una privatizzazione che già dal 2012 potrebbe cambiare le nostre 'carte in tavola'". E che di fatto, ha detto, non è condivisa "dai volontari che hanno donato i loro patrimoni immobiliari alla CRI".
Quanto alle gare d'appalto tirate in ballo da chi auspica che la CRI diventi una vera e propria branca dello Stato, "i compiti che la Croce Rossa svolge a livello interno - ha detto Rocca - ricadono nelle regole stabilite dalle direttive comunitarie. Ciò significa che le gare vanno fatte, ovvero che siamo costretti a farle. Il problema è che la CRI ha dei costi talmente elevati che finisce per non essere competitiva, e perde così sempre più gare, con i precari che vanno a casa". Perché i loro stipendi "reggono sulle convenzioni e, se non le vinciamo, diventa un guaio trovare le risorse". Una situazione difficile, questa, che denota "la necessità di una riforma strutturale e graduale, fatta coi tempi giusti e con ragionevolezza". E che "traghetti la CRI verso la privatizzazione ma senza produrre danni sociali", come potrebbe essere con i precari costretti a restare a casa.
"Da quando sono arrivato in Croce Rossa - ricorda Rocca - ho ridotto i precari del 20%. Ma i danni prodotti negli anni passati, dal 2000 a oggi, producono ancora effetti e la situazione va affrontata con una scossa, decisa ma graduale". Il Commissario ribadisce questo concetto assicurando che i Presidenti regionali della Croce Rossa sono del suo stesso avviso. "Ma la CRI - precisa -non potrà mai essere una branca dello Stato, perché l'indipendenza è un suo principio importante. Non sarò certo un pilota di Formula 1 - conclude, richiamandosi ad alcune espressioni pronunciate nel passato da un ex commissario - ma sono u leale e silenzioso servitore, e credo che l'importante sia tenere lontani dalla Croce Rossa apprendisti stregoni".
In altra occasione il Commissario dell'Ente sottolinea che la bozza della manovra presentata ai ministri non conteneva nulla che riguardasse la Croce Rossa. Il quesito dunque rimane: la via della privatizzazione ha preso il suo corso, oppure è stata bloccata? per la verità nello stralcio del testo per la "Soppressione, incorporazione e riordino di Enti ed organismi pubblici", che era circolata, ben tre pagine erano dedicate alla mezza in liquidazione dell'Ente di diritto pubblico. Nessuna ipotesi concreta era però stata delineata su chi e come avrebbe governato un ipotetico Ente di diritto privato Croce Rossa.
Che però la CRI aspetti una riforma e che questa vada nella direzione di una sua privatizzazione non è una novità. Se ne era parlato anche in occasione della presentazione del Report annuale dell'Ente a metà giugno e, sullo stesso argomento anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, aveva ripreso l'argomento dicendo che nulla sapeva della manovra economica. Di certo, però, ritiene che il problema della privatizzazione dovrà in ogni caso essere affrontato. Anche perché, tanti Movimenti internazionali sono essi stessi privatizzati. Fazio ha però sottolineato quanto non sia necessaria alcuna fretta ma si deve invece procedere con calma e, per quanto possibile, con un processo graduale.
I tempi per la riforma si stanno sempre più avvicinando e, se l'ipotesi che è rimasta nelle righe questa volta non è stata concretizzata, è certo che, prima o poi dovrà pure venire fuori. La legge del novembre dello scorso anno che tratta il tema dei lavori usuranti, ha infatti dato un anno di tempo per affrontare la riorganizzazione della Croce Rossa Italiana.
FOTO. Una squadra dei volontari del soccorso interviene nel trasporti di un infortunato.
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