Una mattina di week end a Febbraio Roma si è risveglia nel pieno di una strana atmosfera, un silenzio ovattato, una luce abbacinante nell’aprire uno spiraglio di finestra: dopo tanta attesa, tanti allarmi più o meno espliciti o vagamente disattesi, lo spettacolo che si vedeva era veramente neve! Una coltre silenziosa e luminescente in un silenzio assordante. Assistere a quello spettacolo sembrava che il mondo si fosse trasformato e in quell'essenza effimera, nel bianco candore, sembrava di cogliere qualcosa che aveva a che fare con qualcosa di più grande e più profondo. In tanti, grandi e piccoli, uscirono immediatamente all’aperto, quasi per toccare con mano quell’entità impalpabile. Gli scarponi frettolosamente recuperati in un qualche solaio affondano nel manto nevoso e già dalla prime ore si percepiva il leggero crepitare del ghiaccio sotto le suole. Immergendosi in qualche giardinetto si percepiva da lontano il vociare gioioso dei bambini e le raccomandazioni accorate dei genitori. Le grida e la frenesia erano immense. Tutti, avevano al collo una qualsiasi macchina fotografica. Ciascuno scattava qualche immagine ricordo e po’, prima timidamente ma dopo con qualche insistenza, nei vialetti del parco si vedevano volare le classiche palle di neve. I bambini se ne riempivano le mani cavandola dalla spessa coltre che ricopriva le automobili. Finito il gioco si tornava in casa, almeno per riscaldarsi le mani ormai ghiacciate, si accendeva la tv e i primi lanci dei tg davano voce a un pesante - e quantomeno inopportuno in quel momento - ‘palleggio’ a distanza di responsabilità fra il Sindaco Alemanno e il Capo della Protezione Civile Nazionale Franco Gabrielli. Motivo del contenzioso a distanza fra i due responsabili della sicurezza (una lite non plateale ma del tutto chiara e che gli spettatori percepivano non molto bene) per una questione di dispacci, forse lessicale, forse di chiarezza nella diffusione e nella lettura dei comunicati ufficiali della Protezione Civile diramati nella nottata per la probabile ‘emergenza neve’. E delle successive disposizioni a carico dell’Ente Locale. Giudicare quanto accaduto a Roma per la quasi improvvisa nevicata di Febbraio è molto difficile, come difficile capire fino a quale punto arrivassero le colpe dei due esponenti. Un fatto è certo, Roma era impreparata (non per colpa del sindaco), e la metropoli è andata ko per qualche centimetro di neve. Con il sindaco - come ovvio perché con qualcuno bisognava pur prendersela - ritenuto responsabile in prima persona e quindi ingiustamente esposto al pubblico ludibrio. Un sindaco, facile bersaglio, che sembrava essere accusato di aver sottovalutato gli avvertimenti della Protezione Civile. Sottovalutato affatto, tuonava il sindaco, che mostrava in tv una serie di dispacci nei quali la Protezione Civile nei quali si parlava - o si intuiva - che sarebbero stati solo 35 mm quelli di precipitazioni nevose, frammiste ad acqua. Un chiaro segnale questo, rispondeva dal suo canto la protezione civile, che avrebbe dovuto chiamare il primo cittadino ad attrezzarsi per le emergenze che sono sopravvenute… ecc ecc. Alemanno chiese subito una commissione d'inchiesta perché, a suo giudizio non c’era stato un servizio di previsioni adeguato" e perché si era parlato di soli 35 millimetri di neve. Dal canto suo il capo della Protezione civile Franco Gabrielli rispondeva che il sindaco sapeva bene dell'allerta neve. L'equivoco sembra sia nato dal fatto che il bollettino della Protezione civile parlava infatti di 35 millimetri di pioggia/neve ma i tecnici precisano che in caso di neve quei millimetri si devono convertire in centimetri. Resta il dubbio se Alemanno sia stato ben informato. Ma la realtà che una metropoli come Roma Capitale non si può attrezzare d’un colpo contro la neve come un qualsiasi paese di montagna. A pena di spese megagalattiche i cui fondi non esistono. Vogliamo parlare di spese folli per un evento eccezionale e per dotare la città di spazzaneve o ammassi di sale in quantità industriali? E tutto ciò a fronte di una nevicata che, stando alle statistiche, si affaccia ogni venti-trenta anni? Inutile quindi prendersela con qualcuno: le fatalità accadono quando meno ce le si aspetta. A volte sono positive ed altre negative, e sicuramente si può sempre fare meglio. Commenta Con la neve, che non ricopriva la Capitale da anni, sono scoppiate le polemiche tra il sindaco di Roma Gianni Alemanno e la Protezione civile, rea secondo il primo cittadino di aver dato le previsioni sbagliate. Ieri Alemanno ha chiesto una commissione d'inchiesta "perchè non c’è un servizio previsioni adeguato" e perché hanno parlato di soli 35 millimetri di neve. Dal canto suo il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha risposto che il sindaco sapeva dell'allerta neve. L'equivoco sembra sia nato dal fatto che il bollettino della Protezione civile parlava di "35 millimetri di pioggia/neve". I tecnici, però, precisano che in caso di neve quei millimetri si devono convertire in centimetri. Resta comunque il dubbio se Alemanno sia stato ben informato. La verità comunque, come spesso succede, dovrebbe essere stata nel mezzo, e nessuno sottolineò con chiarezza che qualsiasi sindaco ci fosse stato, tutto il disastro della città non attrezzata, sarebbe egualmente accaduto. Inutile volere fare di Roma una città della neve quando, per collocazione geografica, per attrezzature, per cultura, per bilanci all’osso, non lo è mai stata. La polemica è immediatamente montata, forse anche perché caricata di effetti partitici ma poi, altrettanto rapidamente, così come era montata, si è appunto dileguata (come neve al sole!) anche per gli interventi pacificatori di vari esponenti politici, il Ministro dell’Interno su tutti.. Nel senso che non era davvero tempo di bisticciare ma occorreva attrezzarsi alla meno peggio nell’ipotesi di successive nevicate. Dopo la prima apparizione della neve nel primo week end, infatti, già se ne annunciava un secondo forse egualmente pesante e non si poteva rischiare di ripetere lo scontro tra Comune e Protezione civile per un qualche mancato allarme. Sempre stando ai dati ufficiali, infatti, la nuova nevicata che era stata prevista dai metereologi sarebbe stata ancora più copiosa e si prevedevano almeno una trentina di centimetri di neve tra il pomeriggio del venerdì successivo e la serata del sabato. A parte quella pesante vena polemica iniziale, il clima, è successivamente divenuto più cordiale. “Nonostante le divergenze sull'emergenza passata - ha detto Alemanno - assieme a Gabrielli abbiamo deciso che il bene di Roma è più importante e, quindi, abbiamo accantonato le polemiche”. Il retroscena di queste dichiarazioni è stato poi raccontato dallo stesso Alemanno svelando che a favorire il contatto fra i due contendenti è stato Gianni Letta. Le precipitazioni nevose di questi giorni, ha successivamente spiegato il Ministro dell’Interno Cancellieri, “sono state condizioni meteorologiche del tutto inusuali” per il nostro Paese, “che si avvicinano a quelle del gennaio '85 e del febbraio '56”, e “destinate secondo gli esperti a ripetersi entro un arco temporale di 30 anni”. Da un successivo incontro tenutosi a Palazzo Chigi tra governo, Regioni e Enti locali, Protezione civile è emersa la volontà di affrontare questa emergenza con il massimo di unità e coesione. L'esecutivo si è impegnato a garantire alle amministrazioni locali le risorse necessarie per coprire le spese di primo intervento per far fronte alla nuova ondata di maltempo. Sarà inoltre rivista la legge 10 febbraio 2011 che - secondo il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, e non solo - ha depotenziato il Dipartimento, subordinandone gli interventi al via libera del ministero dell'Economia e della Corte Conti. Il governo si è quindi impegnato a studiare un percorso per la modifica della legge essendoci la volontà, ma servono ovviamente i tempi tecnici. “Abbiamo rimesso in moto la macchina della Protezione civile - ha tenuto poi a puntualizzare Cancellieri, nel corso di un programma televisivo, che non è stata smantellata, sono state approvate norme a maggior garanzia della spesa pubblica, il che va bene quando non c'è un'emergenza, ma in caso di emergenza deve poter operare con la massima celerità e libertà d'azione". A seguito di ciò, ha anche puntualizzato il Ministro, “Gabrielli avrà gli stessi poteri di Bertolaso” In un’occasione successiva la Cancellieri ha celebrato la perfetta intesa ritrovata tra le varie istituzioni che devono fronteggiare l'emergenza: “Lavoriamo insieme per dare risposte ai cittadini. Deve finire il tempo delle lamentele e dei capri espiatori. Il Paese c'è, funziona ed è unito” Sulla stessa lunghezza d'onda gli amministratori locali: “Finalmente è stata prevista la copertura dei costi e decisa la filiera di comando”, ha detto il presidente dell'Anci Graziano Delrio. “Stop alle polemiche, ora tutte le realtà territoriali e statali lavoreranno in rete”, gli ha fatto eco Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, anche lui d'accordo sul fatto che la legge 10 deve essere riformata. Successivamente i due responsabili della Protezione civile, quella nazionale e quella di Roma Capitale, si sono incontrati per fare il punto su Roma partendo dalle previsioni meteo per il weekend. Nessun passo indietro però da parte di entrambi sulla lettura su ciò che è successo nella prima settimana di nevicate su Roma è stato fatto. Anche se un passo avanti è stato comunque concordato. E questa volta i numeri forniti per il week end successivo congiuntamente sono stati chiari: “La previsione della Protezione civile nazionale e di 30 centimetri di neve a Roma”, ha detto Alemanno precisando che “l'ondata di maltempo dovrebbe cessare sabato all'ora di pranzo”. In occasione delle successive nevicate a Roma sono quindi scattati due giorni di ancora più rigorosi nella prevenzione e nelle precauzioni (comunque già adottate in occasione del primo week end). Come prima misura nel piano anti-neve e anti-ghiaccio è stato vietato mettersi alla guida senza avere le gomme invernali montate (i pneumatici termici) o quantomeno le catene a bordo. Scuole e uffici pubblici sono rimasti chiusi. Dalla mezzanotte che hanno preceduto la neve Oltre a tutte le scuole, asili compresi, e agli uffici pubblici, nella Capitale sono rimasti chiusi i musei e le aree archeologiche. Chiusi anche gli undici cimiteri capitolini anche se sono sono state assicurate le inumazioni. Lo stop per moto e motorini, invece, è stato totale mentre le zone ZTL del centro storico sono state disattivate. Sul fronte trasporto pubblico, la metropolitana non ha subito limitazioni. Il sindaco ha anche emanato anche una seconda ordinanza (come aveva già fatto la settimana precedente), con cui ha obbligato tutti «i proprietari di stabili a tenere sgomberi dalla neve, durante e dopo le nevicate, dalle 8 alle 20 i marciapiedi antistanti gli edifici per una larghezza di due metri». Tradotto: sarebbe stato necessario armarsi di pale e senso civico. Le pale erano già state predisposte la mattina precedente nella sede della Protezione civile capitolina dove una centrale operativa ha coordinato tutti gli interventi. Nel suo appello ai cittadini il sindaco ha anche sottolineato come spalare la neve, oltre a essere un fatto civile, potrebbe essere persino divertente!. La quantità di sale da spargere sull'asfalto è stata quintuplicata e le scorte inizialmente previste erano di mille tonnellate ma sono poi diventate cinquemila. Anche i mezzi per la rimozione di neve e ghiaccio sono aumentati: dai 250 iniziali sono diventati 600. Alemanno si è attivato direttamente: “Nelle ultime ore abbiamo reperito, contattando ditte private, Acer e tutte le strutture di Roma Capitale, altri spalaneve, bobcat e spargisale”. Sono state previste circa seimila persone al lavoro divise su tre turni. L'assessore ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera, ha fatto sapere che sono stati aumentati i presidi fissi: “Da 100 siamo passati a 130, si trovano nei punti di maggiore percorrenza e negli snodi strategici. Le strade dove interverremmo sono mille. La polizia di Roma Capitale verificherà che le ditte incaricate rispettino i contratti”. Anche i 1.500 operatori Ama sono stati dirottati dai normali compiti di nettezza urbana e sono stati destinati a togliere la neve. Infine, come se non bastasse, a dare una mano ci saranno pure i rifugiati. Sì, proprio loro, che ricambieranno l'ospitalità e l'aiuto ricevuto imbracciando una pala. “Noi come Comune - ha infatti detto Alemanno - abbiamo chiesto alla Protezione civile nazionale di inviarci altri volontari dal Nord est. Anche i rifugiati hanno chiesto di poter dare una mano”. Non tutte le strade, però, sono di competenza comunale. Il Gra e la Roma-Fiumicino, ad esempio, sono di competenza dell'Anas. Anche qui, ovviamente, vige l'obbligo di catene. Intanto, c'è anche chi ci gioca su. All'estero, i bookmaker quotano a 1,93 la neve tra i 5 e i 10 centimetri. Ma conviene puntare su più di 15 centimetri: pagano 13 volte la posta. Riguardo all’intervento della Croce Rossa a Roma dopo l'abbondante nevicata del 3 febbraio. la grande organizzazione umanitaria ha dovuto far fronte ad un numero difficilmente quantificabile di richieste d'assistenza: recupero e trasporto dei dializzati rimasti bloccati dal maltempo - assistenza ai disabili - trasporto di medicinali urgenti - aiuto ai romani rimasti intrappolati in automobile, nell'area urbana, nelle principali arterie in uscita ed in entrata e sul G.R.A. Nella Sala Palasciano della Sede Centrale in via Toscana sono stati alloggiati 50 senza fissa dimora strappandoli alla morsa del gelo.
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