Le persone soccorse dopo il sisma che ha colpito diverse regioni nel centro nord sono state ospitate in 44 campi di accoglienza e il loro numero è in continua fluttuazione anche perché, passato il primo momento di terrore, tutti avrebbero voluto fare ritorno nelle case che però non tutte sono risultate perfettamente agibili. I comunicati, gli aggiornamenti del Servizio Nazionale della Protezione Civile, che si susseguono di giorno in giorno, a volte sembrano moltiplicarsi nei numeri degli assistiti, e altre volte sembra il contrario. E per di più il lavoro dei tecnici che debbono rilasciare il prescritto nulla osta al rientro degli interessati procedono con estrema attenzione e tante riserve. Pur nel necessario interesse comune per riavviare tutti e tutto verso una situazione di normalità. È dunque difficile orientarsi nel ginepraio di notizie -anche e sopratutto ufficiali - senza cadere in apparenti contraddizioni, Riguardo alle strutture al coperto che sono state messe a disposizione della Protezione Civile esse erano state all’inizio 62 (scuole, palestre e caserme, vagoni letto offerti da Ferrovie dello Stato e Genio Ferrovieri) e tanti gli alberghi che hanno offerto la loro disponibilità grazie alla convenzione siglata con Federalberghi e Assohotel. Nello specifico, 9.926 persone sono state ospitate nei 34 campi tende, 2.566 nelle 47 strutture al coperto e 2.312 in albergo. Proseguono invece le verifiche speditive condotte da tecnici del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco su un ampio numero di edifici che, nell'area interessata dal sisma, sono oltre quarantamila. In Emilia-Romagna è salito a oltre 11.000 il numero delle strutture controllate con sopralluoghi di valutazione dell'agibilità post-sismica su edifici pubblici e privati che hanno riportato danni - e su cui quindi occorre fare una valutazione di agibilità mirata con la scheda Aedes (Agibilità e danno nell'emergenza sismica, ossia uno strumento omogeneo per il rilievo del danno). Questi dati sono stati comunicati dalla la Protezione civile nazionale e, di questi edifici controllati un po’ meno do 4 mila sono stati classificati agibili, circa la metà temporaneamente inagibili ma agibili con provvedimenti di pronto intervento, oltre seicento parzialmente inagibili, un centinaio temporaneamente inagibili ma da rivedere con approfondimenti, oltre 4 mila inagibili e quasi settecento inagibili per rischio esterno, ossia a causa di elementi esterni pericolanti il cui crollo potrebbe interessare l'edificio. E' importante ricordare, quindi, che le percentuali di agibilità sono riferite complessivamente agli oltre diecimila sopralluoghi di verifica e sono riferite a una quota minoritaria di edifici interessati dal sisma rispetto al patrimonio immobiliare totale dell'area. Esse non comprendono le migliaia di edifici risultati agibili all'esito di una verifica speditiva o per i quali non e' stata avanzata alcuna istanza di verifica. Proseguono, come detto, i sopralluoghi svolti da squadre di rilevatori in edifici pubblici e privati: le strutture già controllate sono state oltre quattromila. Di questi edifici, 1.582 sono stati classificati agibili, 683 temporaneamente inagibili, 235 parzialmente inagibili, 75 temporaneamente inagibili ma con necessità di rivederli per approfondimenti e altri 1.455 purtroppo inagibili. Le forze messe in campo dal Servizio nazionale di protezione civile sono state di oltre cinquemila volontari delle colonne mobili delle Regioni, delle Province Autonome e delle organizzazioni nazionali con operatori ed esperti della protezione civile, vigili del fuoco, personale delle forze armate, quelle dell'ordine e delle altre strutture operative, a cui si aggiunge il personale delle strutture territoriali di protezione civile. Nella Regione Lombardia, all'interno dei 10 campi allestiti nella provincia di Mantova, sono risultate assistite 1.260 persone, cui se ne aggiungono 322 che hanno trovato sistemazione nelle 11 strutture al coperto, per un totale di 1.583 persone. Nella Regione Veneto, invece, i cittadini assistiti sono stati 38, tutti accolti in 2 strutture al coperto. In un aggiornamento della situazione soccorsi - da un comunicato diffuso dalla Protezione Civile alle 20 del 3 giugno - le strutture operative del Servizio Nazionale sono al lavoro per le attività di verifica danni e assistenza alla popolazione nelle aree di accoglienza, nelle Province di Modena, Ferrara, Bologna, Reggio Emilia e Mantova. In totale, alla data del 2 giugno, erano 4500 gli uomini operativi nelle zone colpite dal terremoto, di cui oltre 1500 sono stati i volontari delle colonne mobili regionali impegnati in Emilia e 160 in Lombardia. A questi si sono aggiunti altri 700 volontari circa, appartenenti alle organizzazioni nazionali di volontariato. Attivi sul territorio anche funzionari, tecnici e operatori delle Regioni, degli Enti locali e delle aziende di servizi pubblici e privati. Nel quadro dell’assistenza alla popolazione in Emilia Romagna, sono stati 35 i campi allestiti a quella data in Emilia Romagna nei quali sono state oltre 13400 le persone ospitate, per lo più in campi di accoglienza (oltre 8700). Accanto ai campi di accoglienza, sono inoltre presenti ricoveri al coperto con altre soluzioni di emergenza quali le tensostrutture, vagoni letto e strutture al coperto (circa 3.000), e alberghi dove dimorano temporaneamente 1.980 persone circa. In Lombardia, invece,e nella Provincia di Mantova, sono tre i campi in funzione, e ospitano 620 persone. Complessivamente sono 2.600 le persone assistite in quella Regione.
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