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Del seguente articolo:

Marzo-Aprile-Maggio/2012 -
Il sisma nelle regioni del nord
Il terremoto infinito
Paola Gregory

Il sisma dell’Emilia Romagna è esploso di notte nella provincia di Modena provocando immediatamente alcune vittime fra i turnisti che erano al lavoro nelle fabbriche. Via via che i giorni sono trascorsi, la furia della terra, questa volta apparentemente melliflua e silenziosa (ha però toccato i 5,8 gradi della scala Ricther) non si ancora fermata nella sua implacabile e sopratutto imprevedibile continuità. Ha toccato ben tre Regioni: Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. In totale le vittime sono state 26 e, fra esse, altri tredici lavoratori dalla grande volontà di recupero che, un paio di giorni dopo la prima scossa, erano rientrati in fabbrica per tentare di riorganizzare con la sola forza delle loro braccia le devastazioni dei capannoni collassati. Avrebbero voluto salvare il salvabile delle produzioni (il Parmigiano Reggiano il più appariscente) e confidavano in un rapido ritorno alla normalità. Imprevedibile il rinnovarsi del disastro. Immediato il sostegno agli oltre 16 mila sfollati dalle quelle Regioni, ricoverati in tendopoli della Protezione Civile o nelle strutture alberghiere. Queste ultime messe a disposizione da tanta solidarietà civile. Un aiuto immenso che non ha però la forza di sopire l’angoscia della gente.



Emilia e Romagna in quei pochi tremendi minuti iniziali e poi, via via nei giorni successivi, hanno visto svanire un duro impegno di lavoro in questa Italia già in crisi per conto suo, costruito sin dagli anni ‘mattone su mattone. Da quelle regioni proviene infatti il 10 per cento del Pil agricolo italiano. Quasi un milione gli abitanti coinvolti e, pur con un bilancio di vittime senza dubbio pesante ma per fortuna non quanto avvenuto per altri terremoti, non accennano a migliorare tutti gli altri numeri di questa imprevedibile tragedia. A partire da quello dei feriti che sono stati diverse centinaia. Una prima stima sul numero degli abitanti colpiti dal sisma è stata comunicata in consiglio regionale dall’assessore alla protezione civile Paola Gazzolo. Per non parlare del numero totale delle scosse, incessanti, sia pur in una stretta via di affievolimento che continua però a incutere paura agli abitanti sia in città, che nelle campagne. In totale ne sono state registrate 638, tredici delle quali di magnitudo pari o superiore al 4° grado. Gli aiuti alla popolazione sono stati immediati con Volontari attivati in tempo reale, specialisti della Protezione Civile, della Croce Rossa Italiana, delle Misericordie e delle tante organizzazioni umanitarie diffuse nel territorio e che, sin dall’inizio, si sono prontamente tutti attivati, e tuttora si prodiga giorno e notte. A fronte degli oltre 7000 posti disponibili per accogliere gli sfollati, 5.292 sono complessivamente coloro che hanno trovato una pronto ricovero: 3.515 nei 10 campi di accoglienza allestiti e, i rimanenti in altre strutture del modenese, 1.635 nel ferrarese, 116 nel bolognese, 26 nelle strutture di Reggio Emilia. Due ulteriori moduli di assistenza alla popolazione sono stati forniti dalla Provincia autonoma di Trento, programmati in accordo con il Dipartimento nazione di Protezione Civile. L’assistenza è stata inoltre garantita nell’immediato grazie a 250 posti letto in tende attrezzate e dotate di cucine e servizi igienici, l’utilizzo di palestre, scuole, centri di aggregazione e alberghi. Per il soccorso alla cittadinanza si sono utilizzate le risorse della Colonna mobile regionale – 4 moduli assistenziali dell’Emilia Romagna erano presenti nelle zone colpite dal sisma già nella giornata di domenica – a cui si sono aggiunti i moduli forniti dalle Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Provincia Autonoma di Trento, Marche, Toscana, Umbria, Anpas (Associazione nazionale pubblica assistenza) e Ana (Associazione nazionale alpini). Tutti sotto il coordinamento del Dipartimento Nazionale. Complessivamente nelle operazioni di assistenza sono stati coinvolti 509 volontari di protezione civile: 331 dell'Emilia-Romagna oltre a circa 178 delle altre Regioni (altri 343 sono già reperibili). Riguardo alla solidarietà spontanea in aiuto alle popolazioni colpite dal sisma , 10 milioni di euro sono stati donati per sms e fra le tante cifre negative, questa è stata una delle positive fra le più qualificanti. La Protezione civile, dal canto suo, rende costantemente noto l’ammontare raggiunto attraverso la donazione dei due euro via sms (da inviare al numero 45500) e, come detto ha ormai raggiunto la quota dei 10 milioni di euro. Nei primi nove giorni dalla tragedia, inoltre, i versamenti sul conto corrente della Regione hanno toccato quota 504 mila euro. I danni al patrimonio culturale sono stati immensi anche se non ancora perfettamente quantificabili. Da una prima stima non definitiva è facile prevedere che i danni potrebbero toccare cifra di diverse centinaia di milioni di Euro. Per una precisa valutazione della realtà e per una prima programmazione degli interventi più necessari, è immediatamente sceso in campo un nutrito nucleo di specialisti del Ministero per i Beni Culturali (il Mibac), architetti, storici dell’arte, archivisti, archeologi, restauratori. Nella prima fase delle ricognizioni, priorità assoluta hanno avuto le valutazioni e i pronti interventi di puntellatura necessari a impedire ulteriori crolli dei monumenti danneggiati. Interventi che, pur necessari, hanno però dato il via a una lunga serie di polemiche riguardo alla loro opportunità. Le distruzioni del terremoto sul territorio, quelle al patrimonio archeologico, anche se apparentemente non sembrerebbero violente data la vastità delle zone interessate, sono state invece un’altra durissima realtà diffusa. Sono state violentemente colpite chiese, torri, castelli e rocche. Sembrerebbe quasi il risultato di un bombardamento selettivo Quanto poi al tessuto industriale e sociale che è stato colpito, ai colpi di scure sull’indotto che viveva sulle fabbriche ora bloccate proprio per l’inagibilità delle loro stesse costruzioni (spesso nate quando ancora non erano stati dettati i criteri costruttivi antisismici), le devastazioni sono state immense. È stato infatti calcolato che sono state oltre 77.000 le imprese industriali e artigiane ad essere colpite mentre, quelle agricole, sin dai dati iniziali, hanno raggiunto la cifra di 14.000 unità. I danni all’agricoltura, da un primo calcolo, supererano i 100 milioni Euro nel solo Modenese e ne sono state colpite sia le strutture che le produzioni. Sono infatti già oltre duecento le segnalazioni già pervenute all’assessorato all’Agricoltura della Provincia, sia in relazione alle strumentazioni che ai prodotti delle aziende agricole, alle macchine e alle scorte provocate dal sisma e un’altra ventina, sono state quelle per danni agli apparati di trasformazione che quelli al prodotto conservato. Per quanto riguarda queste ultime strutture di trasformazione, fra le segnalazioni più immediate, cinque cantine, sei acetaie, tre caseifici, cinque magazzini di stagionatura e tre silos per cereali. Questi dunque i primi danni censiti mentre sono in continua verifica, attuate anche dai Noc dei Carabinieri, le aziende agricole insite nell'area colpita dal sisma che copre una superficie di 82 mila ettari di terreni coltivati nella provincia di Modena, conta 5.600 aziende agricole, oltre 34 mila bovini e 180 mila suini. Dalla valutazione di questi dati, si è poi tenuta una riunione a Modena tra gli assessori all'Agricoltura regionale e provinciale, rispettivamente Tiberio Rabboni, e Gian Domenico Tomei e i rappresentanti delle associazioni agricole e cooperative. Nell'occasione si è fatto il punto sulle iniziative già messe in campo per fronteggiare le conseguenze del sisma. Oltre al fondo generale per la ricostruzione alimentato da due miliardi e mezzo in tre anni, un contributo specifico per il settore agroalimentare, pari a cento milioni di euro, sarà messo a disposizione attraverso il Programma regionale di sviluppo rurale e sarà destinato al recupero di attrezzature, impianti e scorte. Cinque milioni di euro, inoltre, sono stati assegnati all'Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo) e saranno destinati ad abbattere le commissioni per l'accesso alle garanzie dirette per gli agricoltori che desiderano partire subito con la ricostruzione.


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