Nella chiesa di San Martino a Buonacompra il campanile sarà demolito. La torre è stata danneggiata irrimediabilmente dal sisma e, secondo gli esperti del Ministero dei Beni Culturali, i cedimenti strutturali in tutto il suo sviluppo (dalla base alla cima) sono tali che lo rendono totalmente irrecuperabile. Alto è inoltre il rischio di un crollo spontaneo, sia a causa delle scosse di assestamento e anche possibili nel corso di ipotetici lavori per eventuali consolidamenti. E in questo caso i rischi per l'incolumità delle persone impegnate potrebbero essere elevati. L’abbattimento di quel campanile è stato annunciat dalla Direzione dell’Emilia-Romagna per i Beni Culturali: “Con il rammarico che sempre accompagna la demolizione di un edificio storico, patrimonio culturale di una intera comunità, è stato deciso il suo abbattimento - hanno spiegato gli esperti del Mibac - e le macerie degli edifici crollati, o forzatamente abbattuti, saranno ricoverate in zone di deposito in attesa che per il futuro, che ci si augura sia il più prossimo possibile, possano essere riutilizzate per la ricostruzione’’. Il Ministro per i beni culturali Lorenzo Ornaghi, intervenendo alla Commissione Cultura del Senato, aveva anche detto che tanti danni provocati dal sisma al patrimonio artistico, “sono incalcolabili ed è necessaria una stretta intesa tra Ministero e Regione per far sì che i tempi per gli interventi siano rapidi”- Il Ministro ha annunciato che su questo tema ci sarebbe stata a breve una riunione a Bologna, alla quale aveva suggerito che partecipassero anche esponenti delle diocesi. L’incontro in Regione con il ministro Ornaghi All’incontro alla Regione Emilia Romagna per definire coordinamento, efficacia e priorità degli interventi di sostegno strutturale alle opere architettoniche hanno partecipato il Commissario delegato per la ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani e il Direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna, Carla Di Francesco. Come impegno primario si è stabilito di incentivare lo sforzo di individuazione e quantificazione dei danni prevedendo anche l’incremento del numero delle squadre di tecnici nelle zone colpite con la partecipazione di esperti, tra architetti, storici dell’arte, archivisti, archeologi e restauratori degli istituti del Mibac. Fra le priorità, la ricognizione e i pronti interventi di puntellatura necessari per impedire ulteriori crolli di monumenti danneggiati. È stato quindi delineato un protocollo d’intesa per gestire tutte le fasi dell’emergenza. Un lavoro particolarmente complesso che riguarda beni privati, ecclesiastici e monumenti storici. Il loro numero è molto consistente e sarà necessario averne innanzitutto un quadro di base, mentre in parallelo si dovrà delineare un vero e proprio percorso di recupero. Nell’accordo, il necessario coordinamento per dare maggiore efficacia agli interventi, aumentando lo sforzo per la loro d'individuazione. Il segretario generale del ministero Antonia Pasqua Recchia, ha spiegato Ornaghi, sarà “in contatto continuo con il Presidente Errani per definire questo protocollo”. La strada, ha precisato, è quella della “creazione di un fondo unico cui attingere per i diversi comparti ed esigenze”. La Regione ha aggiunto che sarà immediatamente programmata anche “la seconda fase, quella della ricostruzione, per la quale si stanno individuando soluzioni snelle ed efficaci per essere tempestivi nella definizione dei progetti di recupero e restauro". Le attività delle Sovrintendenze, quella del Commissario e quelle della Regione avverranno in stretta relazione con le amministra- zioni locali e con i sindaci dei comuni interessati. "Avevamo già iniziato - ha spiegato il Direttore regionale dei Beni culturali dell'Emilia Romagna Di Francesco - con le squadre per la valutazione dei danni, una attività che era iniziata a fine maggio, ma che abbiamo dovuto interrompere a seguito della scosse successive alla prima (quelle cosiddette ‘del giorno dopo’) arrendendoci all'evidenza che il terremoto non si era fermato. Stiamo riprendendo adesso". Ha aggiunto che vi sarà una presa di visione che porterà a una quantificazione economica. Si tratta di accertamenti, ha chiarito il Direttore generale, che queste attività “ci impegneranno per mesi e saranno realizzati da squadre miste composte da Vigili del fuoco, ingegneri strutturisti e nostri funzionari, architetti e storici dell'arte”. Più precisamente, ha evidenziato, “verranno redatte schede dettagliate per capire quali fenomeni sono avvenuti, quali danni fisici hanno provocato e quanto ci costeranno". Un lavoro lungo, ha precisato, perché “una singola squadra può realizzare solo una scheda al giorno, al massimo due". Per il momento,ha aggiunto, sono state già registrate “oltre seicento segnalazioni su edifici tutelati. Ma bisogna tener conto che in uno stesso complesso, le singole unità con danni diversificati, possono essere anche molto più numerose”. Le segnalazioni che si stanno analizzando, sono quelle già arrivate sul sito del ministero, ha aggiunto il Direttore, “ma si tratta di informazioni parziali perché quasi tutti i Comuni non hanno ancora inviato tutte le loro analisi complete; nello stesso tempo - precisa - abbiamo in quest'area circa 1300-1400 vincoli dichiarati di beni architettonici, e non sono neanche tutti". In sostanza, prosegue, dobbiamo innanzi tutto avere il totale delle segnalazioni, per poterle poi incrociare e per capire “di quanto lieviterà l'elenco degli edifici da verificare; vi sarà poi da affrontare il lungo lavoro non solo della messa in sicurezza delle strutture lesionate, ma anche quello della rimozione delle macerie". Allo stesso tempo, sottolinea Di Francesco, "stiamo lavorando all'esame di situazioni di pericolo create da beni monumentali, in particolare dai campanili. E, quando parliamo di pericolo, facciamo riferimento anche ai rischi di crollo su vie di comunicazione, edifici di abitazione o comunque su spazi pubblici". "Questo - conclude il Direttore - è un esame che non passa certo attraverso la demolizione, come qualcuno cerca di veicolare, ma attraverso operazioni di messa in sicurezza. Campanile per campanile. Sono tanti quelli danneggiati e ognuno ha bisogno di un suo programma di intervento d'urgenza che va personalizzato" L’Unità di Coordinamento Lombardia per la valutazione dei danni al patrimonio culturale Il coordinatore dell’attività dell’UCCR-MIBAC Lombardia, Caterina Bon Valsassina, è andata a Mantova per un sopralluogo insieme al Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Cremona, Mantova e Brescia, Andrea Alberti. In quest’ultima città, era già al lavoro una squadra Nucleo Coordinamento Opere Provvisionali dei Vigili del Fuoco e l’architetto Marco Fasser della Soprintendenza, che stavano mettendo a punto misure per l’intervento prioritario della messa in sicurezza del campanile della Chiesa di Santa Barbara danneggiato dal sisma. Con la Soprintendente per i Beni Storici e Artistici Giovanna Paolozzi Strozzi, è stata inoltre presa visione delle opere necessarie per allestire, secondo idonei standard di conservazione, il deposito temporaneo dei beni mobili in locali adiacenti al laboratorio di restauro della Soprintendenza. Un importante numero di opere d’arte provenienti da oltre un centinaio di edifici sacri del mantovano considerati a rischio, preziosi custodi di un patrimonio artistico che testimonia la storia della Comunità, sono state ricoverate in una idonea sala al Museo di Palazzo Ducale a Mantova e nel Museo di Suzzara. Le operazioni sono state condotte dai funzionari della Soprintendenza per i beni storico-artistici per le quelle province, insieme ai Vigili del Fuoco e con l’aiuto del Nucleo Carabinieri di tutela del patrimonio culturale di Monza, grazie anche alla attiva collaborazione dei parroci della Diocesi di Mantova e del Delegato Vescovile. “Il presidio sui luoghi da parte di tutti i soggetti coinvolti, nonché la messa in sicurezza del patrimonio, saranno volti a evitare sia danni o lesioni future, sia una eventuale dispersione delle opere d’arte nei rivoli delle sistemazioni di fortuna determinate dall’emergenza sismica”, hanno dichiarato il Direttore Regionale, Caterina Bon Valsassina e il Delegato Vescovile ai beni culturali di Mantova, Mons. Giancarlo Manzoli. Ambedue consapevoli che condividere un piano di intervento e operare sinergicamente nella tutela del patrimonio culturale di quella zona significativamente coinvolta nel sisma, avrà un riscontro diretto non solo per la fattiva risposta all’emergenza sisma, ma diventerà espressione concreta della presenza delle Istituzioni sul territorio. Un appello di Italia Nostra contro l’abbattimento del campanile della Chiesa di Buonacompra Con un telegramma al Prefetto di Ferrara, Raimondo Provvidenza, al Direttore regionale per i beni culturali dell' Emilia Romagna, Carla Di Francesco, al Sindaco del Comune di Cento, Piero Lodi, e al Procuratore della Repubblica del Tribunale di Ferrara, ‘Italia Nostra’ ha invocato un urgente "intervento diretto per bloccare e scongiurare la demolizione del monumentale campanile della Chiesa parrocchiale di Buonacompra, Frazione di Cento". Secondo l’Associazione, il campanile sarebbe stato sì "danneggiato dal recente sisma ma suscettibile di un consolidamento tecnicamente agevole e attuabile in condizione di sicurezza” . L’Associazione si quindi dichiarata “contro l'ingiustificata intenzionale distruzione di un edificio di alto valore culturale, perfino penalmente sanzionata”. Con questo appello, firmato da Alessandra Mottola Molfino, presidente nazionale, e Anna Marina Foschi, presidente regionale, Italia Nostra invoca “il rispetto per la tutela di un monumento cui anche la Comunità locale riconosce un irrinunciabile valore identitario contro un'operazione, quella dell'abbattimento, giudicata sbagliata e che rientra in una sommaria e indiscriminata azione di demolizioni”.
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