Papa Benedetto XVI andrà in Emilia-Romagna, per una visita alle popolazioni colpite dai due terremoti. Il Pontefice, già al termine dell'udienza generale di fine maggio aveva rivolto il suo pensiero “alle care popolazioni dell’Emilia, colpite da ulteriori forti scosse sismiche, che hanno causato vittime e ingenti danni, specialmente alle chiese. Sono vicino con la preghiera e l’affetto ai feriti, come pure a coloro che hanno subito disagi, ed esprimo il più sentito cordoglio ai familiari di quanti hanno perso la vita. Auspico che con l’aiuto di tutti e la solidarietà dell’intera Nazione possa riprendere al più presto la vita normale in quelle terre così duramente provate”. “Andrò fra i terremotati per portare la “solidarietà di tutta la Chiesa”. All’Angelus in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha ricordato la visita che compirà nelle zone del Nord Italia, colpite lo scorso mese dalla serie di scosse sismiche. Il Papa ha anche ringraziato i fedeli italiani per il sostegno alle sue opere di carità e dedicato un pensiero spirituale alla nascita di Giovanni il Battista, che la Chiesa celebra oggi. Chi sostiene la mano che sempre il Papa tende in segno di solidarietà verso chi ha bisogno, allevia le miserie di tanti in molte parti del mondo. Così Benedetto XVI ha voluto nuovamente sottolineare l’impegno apostolico proprio nel giorno in cui la Chiesa italiana ha scelto di devolvere le collette delle Messe per le opere di carità del Papa. Una di esse, vedrà il Pontefice in prima linea tra due giorni: “Ringrazio tutte le comunità parrocchiali, le famiglie e i singoli fedeli per il loro sostegno costante e generoso, che va a vantaggio di tanti fratelli in difficoltà. A questo proposito, ricordo che, a Dio piacendo, farò una breve visita nelle zone colpite dal recente terremoto nel Nord Italia. Vorrei che fosse segno della solidarietà di tutta la Chiesa, e perciò invito tutti ad accompagnarmi con la preghiera”. Se un gesto di solidarietà dettato dalla fede è segno di un bene possibile che migliora la vita, la giornata di oggi fa riflettere anche su un bene oltre le possibilità umane che la vita la salva. È ciò che si coglie nella storia di Giovanni il Battista, la cui vita è il segno – ha ripetuto il Papa – che “nulla è impossibile a Dio”. Precursore di Cristo nella missione, e anche nel sacrificio violento della vita, Giovanni è stato “l’unico santo – ha ricordato il Papa – di cui la liturgia festeggia la nascita, e lo fa perché essa è strettamente connessa al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio”: Dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha salutato in cinque lingue le oltre 40 mila persone radunate in Piazza San Pietro. In particolare, al folto gruppo di volontari delle Pro Loco d’Italia – in festa per i 50 anni della loro Associazione – Benedetto XVI ha augurato “ogni bene” per il servizio offerto “al patrimonio culturale del Paese”.
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