Un intervento molto critico sul futuro decreto di riordino
della Croce Rossa Italiana e sulla sorte del suo Corpo Militare
è stato fatto dall’Ispettrice Nazionale delle Infermiere Volontarie
al Convegno degli ufficiali medici che si è svolto a Firenze
“Desidero salutare e ringraziare a nome delle Infermiere Volontarie tutte le autorità convenute e, in particolare, il Comandante del Corpo Militare Generale Gabriele Lupini. Il convegno dei Medici della Croce Rossa Italiana è ormai un nostro appuntamento tradizionale che si ripete da tanti anni”.
Con queste parole di saluto l’Ispettrice Nazionale delle Infermiere Volontarie, Sorella Mila Brachetti Peretti, ha aperto il suo intervento al XIV Convegno Nazionale degli Ufficiali Medici a Palazzo Vecchio. .
“Le Infermiere Volontarie - ha proseguito Mila Brachetti Peretti - sono ansiose di conoscere, di sapere, di migliorare la loro collocazione nella nostra grande Associazione umanitaria e questo appuntamento è, come sempre, un’occasione che ci rende veramente partecipi al lavoro di tutta la Croce Rossa Italiana. Siamo qui con preciso interesse, sia per gli interventi che ascoltiamo che per quello che impariamo”.
Nel suo intervento l’Ispettrice non ha mancato anche lei di ricordare quanto oggi tutto il Corpo della Croce Rossa Italiana “stia vivendo un momento difficile”. Ha spiegato che “purtroppo molti civili non si rendono conto di quello che sta succedendo dentro la CRI”, anche perché sono tutti al di fuori del dibattito e, “all’esterno, troppo poco si conosce dei problemi della Croce Rossa e, quando se ne parla non si va mai in profondità” “Poco si sa - ha aggiunto - di quanto la CRI sia carente di fondi necessari per farsi pubblicità e di quali siano le sue problematiche: tutto l’onere di farsi conoscere bene all’esterno e del lavoro che ci vede sempre impegnati sul campo, ricade solo e sempre sulle spalle dei nostri Volontari.
Ma per di più, e purtroppo, i tempi sono ancora più cambiati, ha detto, “erano tanti quelli che ci conoscevano per l’impegno quotidiano di tutte le nostre consorelle, coloro che hanno conosciuto i nostri Volontari, i militari che hanno fondato il Corpo Militare assieme a quello delle Infermiere Volontarie, a tutte quelle infermiere volontarie che sono morte nel loro duro impegno nelle guerre dove hanno perso la vita centomila soldati italiani; pure una nostra consorella è seppellita nel Sacrario di Redipuglia dove riposa fra i nostri soldati... E che dire poi di tutti quelli che ci hanno conosciuto nel passato per tutto ciò che abbiamo fatto per tanti e tanti anni e adesso, ormai, in tanti non ci sono più, sono passati a miglior vita... E quei pochissimi che sono rimasti, si può dire, quasi non vanno più in alcun convegno”. La memoria svanisce, ha sottolineato, e “in questo momento le persone della strada, i ‘civili’ (ma lo dico fra virgolette perché intendo invece riferirmi a donne e uomini della politica), di Croce rossa ne sanno forse meno di chiunque altro, e l’unica cosa che sanno sostenere con parole molto compunte, sono queste: privatizziamo la Croce Rossa!”
Una situazione, questa, ha aggiunto, secondo la quale “il Governo non dovrà più sostenere economicamente la Croce Rossa che si dovrà arrangiare come può, e dovrà procedere con le sue sole forze”.
Le componenti civili della grande Associazione umanitaria italiana “sono sempre andate abbastanza avanti con i loro mezzi, ma il Corpo Militare, e quello nostro delle Infermiere Volontarie, che sono ausiliari delle Forze Armate, proprio come tali, debbono essere sostenuti e istruiti, debbono sapersi muovere in determinati modi, debbono sapere come si deve agire nelle guerre. Quanti, al di fuori delle nostre organizzazioni umanitarie sanno che noi eravamo in Iraq quando furono assassinati quei nostri diciannove soldati, quei ragazzi che sono morti proprio sul campo? Ma nessuno vuole capire che soprattutto in questi frangenti le Infermiere volontarie assieme ai medici militari debbono assolutamente conoscere alla perfezione il loro mestiere? Che hanno sempre necessità di addestramento continuo?”
L’ Ispettrice Nazionale ha poi fatto una approfondita riflessione in questa complessa dura fase della riorganizzazione della CRI: “noi ci siamo confrontati con tutti i livelli della politica, e debbo dire che le Infermiere Volontarie ne sono anche uscite abbastanza bene, anzi in un certo senso, direi benissimo, in quanto nel decreto per la riorganizzazione della Croce Rossa - e lo si potrà leggere quando sarà pubblicato - c’è scritto che nulla è innovato per il Corpo delle Infermiere Volontarie”. Ma cosa possono fare quindicimila donne, perché tante noi siamo, anzi siamo quasi sedicimila, “se ci verrà a mancare il supporto del Corpo Militare? La situazione è già dura oggi per noi, e sempre lo sarà molto di più nel futuro perché è vero che il personale civile della Cri oggi può e non può essere presente e anche per i Volontari della Croce Rossa sarà pure la stessa situazione; per le Infermiere Volontarie, invece, che sono quelle che , assieme al Corpo Militare, sono quelle che tengono più duro, la situazione sarà molto più complessa”. “Pochi sanno che noi, una volta che siamo diventate Infermiere Volontarie, ossia Crocerossine, lo rimaniamo a vita. E forse non tutti sanno che ci seppelliscono pure con il velo e la croce”.
Mila Brachetti Peretti ha poi spiegato che tutti gli altri componenti della Cri, i Volontari del Soccorso, le loro ‘turnazioni’ invece le fanno, e così fanno anche i Pionieri, che sono giovani ragazzi che si cimentano con entusiasmo si cimentano nel volontariato ma poi, la vita quotidiana, con il lavoro o la famiglia, se li porta via. “Solo noi, Infermiere volontarie, abbiamo bisogno di una componente ausiliaria dell’Esercito che sappia esserci accanto quando siamo al lavoro accanto ai soldati e poi, ancora meglio, con i civili, e che ci sia di supporto.”
L’Ispettrice Nazionale ha poi detto di aver saputo dal Ministro della Difesa che “300 persone del Corpo Militare rimarranno per poter rispondere alle nostre necessità”.
Nessuno dei civili o anche tanti dei politici, ha aggiunto l’ Ispettrice Nazionale - conosce quale sia il valore della presenza di quel Corpo Militare che ha fondato la Croce Rossa, dei suoi uomini che per primi nella Croce Rossa “hanno giurato sui loro ricordi, la loro storia, la bandiera: senza di loro che cosa ne sarà poi della Croce Rossa del futuro? Come andremo avanti privati da quei i fondi che provengono da un Ente di Diritto Pubblico? Avevamo certo poca cosa, ma qualche cosa sia pure la avevamo, ma ora che ne sarà di tutti noi? Debbo poi dirlo molto onestamente: sia in tempi passati, e anche in quelli remoti, la CRI è stata purtroppo mal gestita, abbiamo avuto una sequela di Commissari , uno dopo l’altro, e non abbiamo mai avuto qualcuno che veramente ci inquadrasse, che inquadrasse la Croce Rossa , i suoi membri, e tutte le sue componenti. Hanno solo saputo dire: “si fa così, così e basta!”
“Noi però continuiamo a lottare - ha concluso l’ Ispettrice Nazionale riferendosi alla Legge di Riforma della Cri - lottiamo come Corpo delle Infermiere Volontarie, un Corpo che è riuscito e a uscirne indenne, e noi continueremo a lavorare anche per il Corpo Militare perché abbiamo sempre lavorato insieme, faremo di tutto, e spero che il Corpo Militare lotti assieme a noi e a tutti i militari. Quando voi tutti sentite parlare di Croce Rossa all’esterno, esprimete il vostro
* Colonnello com. C.R.I. in congedo
(già Comandante del C.O.D.A.M. - T.E. e Responsabile del C.A.M.)
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