In ogni famiglia, all’interno del bagaglio culturale e genealogico che viene trasmesso ai figli, c’è anche il racconto della vita e delle esperienze di nonni, bisnonni e talvolta anche di coloro che li hanno preceduti, attraverso le notizie che si sono tramandate, gli oggetti che le rappresentano, le foto che le ricordano.
L’insieme di queste ‘storie’ è paragonabile a una sorta di ‘scrigno’ che ogni tanto viene aperto per fare ammirare i “tesori di famiglia” spiegando con orgoglio le attività svolte, i sacrifici fatti e i sentimenti che li hanno animati, perché diventino un valore da far proprio.
Ecco, il Corpo Militare della CRI possiamo considerarlo come una grande famiglia di cui tutti noi facciamo parte!
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Nella storia della nostra grande Associazione tante sono le esperienze da raccontare, i sacrifici dei nostri uomini del passato, ed è una storia conosciuta da tutti solo parzialmente, perché questa nostra famiglia ha avuto ed ha tanti piccoli nuclei sparsi sul territorio nazionale: ognuno di questi ha qualcosa da raccontare per completare la storia nazionale, quella che consiste nelle azioni in guerra, nelle operazioni all’estero, negli impegni a fianco delle Forze Armate nelle operazioni di pace, negli interventi di emergenza.
Il Corpo Militare ha fatto tanto in questi 147 anni di vita, come sappiamo, in guerra era da solo con le Infermiere Volontarie, in pace invece la storia si amalgama con le varie componenti civili (oggi unica componente) ma non per questo non è la storia del Corpo Militare; però, mentre abbiamo tanta pubblicistica nell'ambito delle IIVV (Infermiere Volontarie), abbiamo molto poco nel personale del Corpo.
Le crocerossine, un Corpo della Croce Rossa al quale si riconosce - al di là dello splendido contributo professionale - la capacità di esprimere al meglio fatti e sensazioni, ma anche perché la loro struttura pretende rapporti continui, hanno archivi ricchi di memorie storiche, rappresentati da lettere e diari delle singole IIVV che raccontavano giornalmente cosa facevano, per esempio, sulle navi o treni ospedali, negli ospedali da campo e territoriali sia nella 1^ che nella 2^ guerra mondiale e, anche con tutta la censura esistente in guerra, traspare lo stato d'animo di quei momenti, la paura, la voglia di essere utili e di comunicare a qualcuno queste sensazioni.
Libri su di loro ce ne sono tanti ed è importante avere raccolto queste testimonianze, ma noi Uomini “duri”, magari raccontavamo la nostra vita alla famiglia, ma non ai nostri Comandi, salvo mandare un saluto riverente con una cartolina.
I nostri archivi hanno pochi documenti di questo genere, però possiamo tentare di mettere in evidenza qualche testimonianza, come è successo a me che, in occasione di una cerimonia organizzata dal Nastro Azzurro nel 2010, ho scoperto un militare insignito della Croce di Guerra al Valor Militare nella guerra di Spagna, che aveva la bellezza di 106 anni, ed era un nostro sottufficiale! [Purtroppo qualche mese dopo ci ha lasciato e non ho avuto la possibilità di far registrare i suoi ricordi.
Sarebbe opportuno raccogliere testimonianze di questo genere ove possibile, lo dobbiamo innanzitutto a questi Uomini per quello che hanno fatto, e tenerle nel nostro archivio come memoria storica; lo deve fare ciascuno che è a conoscenza di colleghi che hanno lasciato il servizio da anni e che hanno partecipato alle attività nel nostro Corpo sia in pace che in guerra, e che hanno voglia di raccontare le loro esperienze di vita.
Anche rintracciare i familiari di persone scomparse chiedendo di aiutarci a ricordare il loro congiunto, con eventuali documenti che possiamo consultare o anche riprodurre, foto, scritti dei loro cari, oggetti da fotografare, che ci può essere utile per completare la nostra storia.
Un’altra cosa che si potrebbe fare, sarebbe quella di trovare tanti “CRONISTI” come quelli che c'erano nei tempi passati, che raccontavano gli episodi a cui assistevano o di cui avevano avuto notizia tramite altre persone, i famosi racconti popolari di cui tramandare le storie.
Invece spesso oggetti che ci riguardano li troviamo sui banchi dei mercatini dell'antiquariato, a disposizione di tutti; certo questi oggetti hanno un valore economico ma per noi hanno anche un valore morale che va ben oltre il loro prezzo di mercato; bene se qualche collezionista recupera nel vero senso della parola questo materiale, lo studia, e lo rende fruibile mettendolo in mostra in rievocazioni storiche quali esposizioni di materiali a beneficio del Corpo e di tutta la CRI. Per fortuna alcuni di questi collezionisti appartengono al nostro Corpo e svolgono una funzione di salvaguardia “affettuosa” del nostro passato a vantaggio di tutti, sia nel presente che nel futuro.
La volontà di condividere questi valori che ci uniscono all'interno del Corpo e della CRI ha fatto sì che negli anni 90 sia nata una Associazione di collezionisti di Croce Rossa intitolata a Ferdinando Palasciano che riunisce tutti quelli che hanno materiale sulla CR, dai francobolli fino alle fotografie, medaglie, e quant'altro dove sia presente il simbolo crociato. Anch’io ne faccio parte: da anni partecipiamo a Mostre e convegni, esponendo il nostro materiale e aiutando anche chi fa delle ricerche storiche; alcuni anni fa con l’allora Presidente Barra abbiamo stipulato un Protocollo d'Intesa per collaborare ad iniziative comuni, per propagandare l'idea, i principi e la storia della CRI e da allora è un susseguirsi di attività anche con il nostro Corpo.
Proprio nel riportare nella giusta luce il nostro passato, è nata una nuova figura all’interno della CRI, il cultore della sua storia.Questi cultori oltre a fare proprie ricerche storiche nella CRI in generale ed in particolare su avvenimenti, personaggi, si ritrovano in incontri, convegni, seminari, su argomenti di storia militare e di CRI. Questi momenti d’incontro sono utili per approfondire tanti aspetti che non conosciamo e che ci aiutano a capire quello che siamo stati in tempi ed esperienze diverse.
Questi cultori oltre a fare proprie ricerche storiche nella CRI in generale ed in particolare su avvenimenti, personaggi, si ritrovano in incontri, convegni, seminari, su argomenti di storia militare e di CRI. Questi momenti d'incontro sono utili per approfondire tanti aspetti che non conosciamo e che ci aiutano a capire quello che siamo stati in tempi ed esperienze diverse. Anche nel nostro ambiente militare diversi appassionati sono diventati Cultori della materia.
Come tutti sapete si è poi concretizzato il progetto di storia all'interno del Corpo, con la costituzione di un Ufficio Storico a livello centrale ma più che altro a livello periferico con le Sezioni Storiche presso i Centri di Mobilitazione, dove si può fare un lavoro sul ricordo, come dicevo, cercando non solo i nostri militari che hanno certamente qualcosa da raccontare ma anche foto, documenti, oggetti della loro esperienza di vita in CRI. Inoltre ritengo utile e necessario collaborare con i Comitati Territoriali dove esiste già una sezione storica e dove non c'è, aiutarne la costituzione, sviluppando reciproci rapporti di partecipazione, lavorando insieme agli altri volontari per ricercare episodi del passato o aspetti di vita quotidiana all'interno della nostra organizzazione, tenendo presente che nel passato, specialmente fino ad un certo periodo storico, il personale della CRI era del Corpo Militare e delle IIVV. Noi dobbiamo impegnarci affinché riusciamo a portare alla luce quello che siamo stati, perché se conosciamo la storia, possiamo capire meglio il presente.
E’ lunga e ricca la nostra storia, ma talvolta dispersa, raccogliamola per conoscerla e farla conoscere.
Come? Attraverso convegni, seminari, mostre, conferenze, pubblicazioni od altro in cui portiamo i nostri lavori, il nostro materiale.
Il prossimo anno è il centenario dell’inizio della prima guerra mondiale, l’Italia, come tutti sappiamo, entrò nel conflitto l’anno successivo ma già con quello che stava accadendo in Europa, incominciò a prepararsi e la CRI non fu da meno. Sarebbe interessante organizzare in occasione di questo evento, già che sono in corso le predisposizioni da parte di diversi organismi dello Stato e degli Enti Locali, un convegno non solo su questo tema relativo alla nostra preparazione ma anche sulla partecipazione al primo conflitto mondiale.
Non perdiamo questa occasione, non per esaltare il nostro ruolo, ma per fare una ricerca metodica ed approfondita delle singole realtà in cui fremevano i preparativi, e dei singoli comportamenti umani da cui traspaiono i valori della croce rossa.
Possiamo portare avanti il progetto di storia anche creando un unico luogo dove raccogliere quel materiale che non trova una sua collocazione nei Centri di Mobilitazione. Il luogo prescelto potrebbe essere quello dove è collocato il Treno Ospedale TH5 a Marina di Massa; quelle carrozze del treno sono già allestite come Museo che potrebbe essere completato con ulteriore materiale. Se non è sufficiente tale spazio, potremmo utilizzare alcuni prefabbricati già presenti all’interno della nostra struttura da poter adibire anche come archivio storico del Corpo.
Questo perché questa struttura museale è visitata anche dalle scolaresche e da varie altre associazioni ed è l’unica struttura del Corpo esistente ed idonea a svolgere appunto un ruolo importante per la CRI come memoria storica.
Chiedo pertanto un impegno forte e coinvolgente di tutti affinché si possa rimettere insieme esperienze personali anche aneddoti e problematiche che certamente ciascuno di noi ha incontrato nell’impegno di questi anni.
Delle volte abbiamo dato per scontato che tutti sapessero chi siamo e cosa facciamo ed invece non sempre siamo riusciti a far arrivare il messaggio giusto: l’importanza del nostro esserci dove serviamo anche a costo di sacrifici familiari e personali; questo può essere colmato con la pubblicizzazione di quanto fatto dai singoli appartenenti al Corpo Militare. La storia si fa anche unendo tutte queste esperienze personali, ma deve essere concretizzata attraverso resoconti, testimonianze, fotografie, con cui gli altri vengono messi a conoscenza.
“Se non ricordiamo, non possiamo comprendere” (E. M. Forster)
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