Il Capo Dipartimento e Commissario delegato per l’emergenza Concordia, Franco Gabrielli, ha riferito ieri in Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati sullo stato di avanzamento del progetto di rimozione del relitto.
Gabrielli ha sottolineato che al momento non è possibile individuare con certezza la data di avvio dell’ultima fase del progetto e che si potrà definire con maggiore precisione il cronoprogramma delle operazioni mano a mano che procederanno i lavori al Giglio e che l’Osservatorio - sulla base della documentazione presentata dall’armatore Costa darà le necessarie autorizzazioni e formulerà eventuali prescrizioni.
Al centro dell'audizione del Capo Dipartimento la descrizione degli interventi realizzati dopo il parbuckling, come la messa in sicurezza del relitto per affrontare la stagione invernale (winterization), la realizzazione dei cassoni che permetteranno di rimettere in galleggiamento la Concordia e l'avvio delle operazioni di rimozione degli stessi sistemi di messa in sicurezza invernali per poter installare i cassoni sulla fiancata danneggiata. E' stata descritta, poi, nel dettaglio, l'ultima fase del progetto - il rigalleggiamento - che sarà realizzata attraverso lo svuotamento lento e controllato dei 30 serbatoi di spinta posizionati su entrambi i lati del relitto. A questo punto la nave sarà pronta per essere consegnata al soggetto responsabile del trasferimento fino al porto di destinazione, che potrà avvenire attraverso il traino per mezzo di rimorchiatori oppure con un mezzo navale semisommergibile. Proprio rispetto alla scelta del porto di destinazione del relitto, Gabrielli ha informato la Commissione che è in corso il terzo e ultimo step di analisi approfondita delle proposte formulate, attualmente al vaglio dell’Armatore Costa. Infine, sono stati illustrati anche gli interventi per la tutela dell'ambiente: il monitoraggio ambientale dell'Isola del Giglio e il Piano di gestione della Acque interne al relitto.
Entrando nei particolari dell’audizione il capo della Protezione Civile ha anche parlato dei costi relativi alla rimozione del relitto e dei cantieri possibili ai quali affidare l’impresa. "Palermo si è ritirata - ha detto - Piombino e Genova chiedono circa 80 milioni, la Turchia 40". La decisione entro i primi di maggio.
I costi e i porti
Per lo smantellamento del relitto della Concordia "allo stato c'è una soluzione italiana e una turca". La Turchia ha presentato l'offerta più conveniente: "40 milioni di dollari", a fronte di una richiesta di 200 milioni, "fuori mercato", da parte di Civitavecchia. "Nel mezzo ci sono le soluzioni Piombino e Genova". "Il porto di Palermo si è reso non più disponibile - ha aggiunto – rimangono quindi Civitavecchia, che ha presentato un'offerta fuori mercato; la soluzione turca che implica un esborso per l'azienda di 40 milioni di dollari e, nel mezzo, ci sono le soluzioni di Piombino e Genova". "Il problema del porto di Piombino è che non ha il bacino", mentre "Genova ha il rischio del traino: la distanza tra il Giglio e Piombino si copre in un giorno, quello tra il Giglio e Genova in 5", ha spiegato il prefetto Gabrielli.
"Oggi ci scandalizziamo sull'ipotesi Turchia ma è lì che mandiamo le nostre navi militari". "Da 25 anni in Italia - ha osservato Gabrielli - non facciamo smantellamento di navi e quelle militari le portiamo in Turchia". La soluzione turca presuppone l'utilizzo del ‘Vanguard’, la nave semisommergibile che è in grado di ‘caricare’ la Concordia, mentre quella italiana sarebbe quella di trainarla verso il cantiere che verrà prescelto traino: "Noi - ha detto Gabrielli - ci aspettiamo non solo l'indicazione di una soluzione ma una corposa documentazione che illustri i rischi e le problematiche legate a ciascuna delle due soluzioni".
Dei 30 porti sondati dalla società londinese che ha selezionato anche i consorzi per il raddrizzamento della nave della Costa 13 hanno presentato offerte, ha spiegato il responsabile della Protezione Civile, "quattro sono porti italiani: Piombino, Civitavecchia, Genova e Palermo. Ci sono poi la Turchia, la Gran Bretagna, la Norvegia". L'offerta più bassa è quella Norvegese, che però non sembra sostenibile a causa sella distanza da percorre.
"Noi auspichiamo che sia un porto italiano" anche perché, ha osservato il Prefetto manca all’appello ancora il corpo di uno scomparso. E' vero inoltre - ha poi osservato Gabrielli - che la Costa è sempre una società privata e i costi sono a carico dell'armatore, e questi costi sono stati fin'ora stimati sulla cifra di circa 1,1 miliardi".
I tempi
"A causa delle sollecitazioni cui sono sottoposte le strutture" del relitto della Concordia "la dilazione temporale viene vissuta non solo da me, ma anche dai tecnici, con grande apprensione". Quindi per la rimozione della nave dal Giglio "non stabiliamo delle date, ma faremo il prima possibile". Gabrielli ha poi ricordato che il suo mandato scadrà a fine luglio.
La decisone sulla scelta del porto e lo smaltimento del relitto della Concordia dovrà essere attentamente ragionata. “In un prossimo incontro chiederemo che la parte privata si presenti con una corposa documentazione, in modo che le autorità siano in grado nei primi giorni di maggio di risolvere questa questione. La risoluzione non solo rasserenerà gli animi ma darà indicazioni " sul proseguo delle operazioni.
Lo smaltimento non può essere a carico delle casse pubbliche
Una gestione pubblica dello smaltimento del relitto della Concordia non sarebbe sostenibile, "i costi sono a carico del privato", ha specificato il prefetto Gabrielli e ha anche rivelato che lo scorso febbraio, quando si era fortemente preoccupati che la parte privata potesse reggere i costi, lui stesso scrisse all'allora presidente del Consiglio chiedendo, nel caso si dovesse esercitare il potere sostitutivo, di avere a disposizione almeno 300 milioni, ma la risposta fu negativa
Eventuali rischi ambientali
Riguardo al problema delle acque interne al relitto della Costa Concordia "il nostro controllo non è mai mancato - ha concluso Gabrielli - e le analisi recenti ci hanno dato risposte molto confortanti: la nave sta reggendo, le parti confinate rimangono tali e le possibilità di contaminazione con l'ambiente esterno rimangono prossime allo zero"
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