Il Futurismo nato come movimento letterario e poi anche artistico, politico italiano d’avanguardia, fu creato nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti.
Rivoluzionario antitradizionalista ed antiaccademico, ebbe numerosi seguaci e tentò esperimenti nel campo dell’arte e del pensiero.
Influenzò e subì l’influenza di molti movimenti d’avanguardia come il cubismo, dadaismo, surrealismo, ecc.
Tra le manifestazioni più caratteristiche del Futurismo è da ricordare la poesia futurista e le parole di libertà con l’abolizione della sintassi e della punteggiatura; l’arte decorativa con l’esaltazione delle forme geometriche, del dinamismo plastico e delle regole architettoniche.
L’architettura futurista ebbe un noto rappresentante nell’architetto Sant’Elia.
I vari tentativi di musica d’avanguardia valutarono e sfruttarono i rumori.
Le forme più ardite e più impensate si ebbero nel campo della poesia con Palazzeschi, Boccioni, Conti, Buzzi, Carrà, ecc.
Nel campo politico i futuristi parteciparono al movimento interventistico e alla rivoluzione fascista.
Nell’anno della sua nascita il Futurismo apparve sul giornale “Figarò” a Parigi con il primo manifesto condiviso. In esso Marinetti comunicava che i futuristi erano pronti ad ogni rottura con il passato, dichiarandosi convinti sostenitori di una probabile guerra. Si sostenevano le regole per una letteratura futurista, basata sul culto della forza, della violenza e del dinamismo.
Ma privo di una reale base ideologica il movimento apparve subito come l’unico senza regole di stati d’animo e di umori fino ad allora celati.
Confluirono nel Futurismo equivoci e contraddizioni del tempo indirizzandoli verso una società desiderosa di rinnovarsi e l’ispirazione dei ceti più alti a difendersi valorizzando il culto della violenza ed arrivando alle prime rivendicazioni operaie.
in campo letterario i futuristi proposero l’abolizione della sintassi, l’avverbio e l’uso del verbo solo all’infinito.
A parte questo tentativo di rinnovamento formale del linguaggio il Futurismo non suggerì molto di particolarmente nuovo portando ad una letteratura decadente già prevedibile.
L’adesione dei pittori venne decisa a Milano da Boccioni, Balla e Severini, e venne comunicato con una riunione al Teatro Chiarella di Torino lanciando il “Primo manifesto della pittura futurista” con risultati considerevoli e risultati espressivi piuttosto efficaci: quadri bene impostati si ritrovano nella produzione di Severini anche se con influenze cubiste.
Esperienze futuriste, sia pure soltanto transitoriamente, vennero compiute da Morandi, Licini, Sironi e altri.
Sant’Elia, precocemente scomparso come Boccioni, in una serie di disegni indicò quale doveva essere la città futurista dell’avvenire.
Marinetti fondatore del nuovo movimento letterario affermava la necessità di un nuovo modo di vita e di una letteratura che tenesse conto delle nuove prospettive sociali offerte dall’industria, dalla cultura di massa, dalla meccanizzazione e dalla velocità, dimostrandosi una delle figure più vivaci, dinamiche ed esplorative della moderna letteratura italiana.
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