Piazza Trevi è dominata dalla scenografia creata da Nicola Salvi per la fontana dell’acqua Vergine nel XVIII secolo.
Prima della realizzazione di questa fontana, la piazza in questione non corrispondeva a quella odierna, ma si apriva di fronte alla piccola chiesa di S. Maria in Trevio, ancora esistente; da questa piazza partiva Via Trevi che portava verso via della Pilotta.
L’attuale piazza sarà il risultato di cambiamenti apportati secondo le esigenze di un progetto che papa Urbano VIII commissionò al Bernini nella prima metà del Seicento, mai realizzato.
Un progetto risalente al 1593 dove si può osservare che al posto dell’attuale piazza Trevi esisteva l’antica Mostra dell’acqua Vergine, una struttura molto semplice, rispondente a funzioni puramente pratiche.
Dall’iscrizione posta sopra le tre bocche che si aprivano su una grande vasca sappiamo che essa fu voluta da papa Nicolò V, che ne affidò il rifacimento a L. B. Alberti. Da un documento dell’archivio Capitolino risulta che la vasca aveva una lunghezza di m. 13.50, lunga m. 8.33 sul lato sinistro dove era il solito “beveratore” e lunga m. 8.77 sulla destra verso l’Arco di Trevi.
Esisteva, inoltre, una scala che permetteva di raggiungere il vascone.
E’ da sottolineare che per iniziativa del Bernini la situazione si evolve onde creare un ampio spazio per la nuova mostra voluta da Urbano VIII il quale desiderava vedere la nuova fontana dal suo palazzo pontificio a Montecavallo (l’attuale Quirinale).
Il progetto prende il via nel maggio 1640 come necessario per attivare in Roma, l’acqua Vergine, che si perdeva nei condotti della fontana di Trevi, rinnovando la facciata dell’opera quale ornamento della città.
I progetti del Bernini per quest’opera sono andati perduti ma da un disegno risalente al 1665 possiamo conoscere la situazione in cui rimase tutta la piazza con l’interruzione dei lavori probabilmente dovuta alla mancanza di fondi.
La piazza rimane in tale condizione, nonostante successivi progetti per la fontana, fino al concorso del 1732 e alla realizzazione dell’opera per mezzo del Salvi, con la stessa ubicazione concepita dal Bernini un secolo prima.
Ad arricchire la piazza di Trevi in vista della nuova fontana che il Bernini aveva progettato al posto dell’antica fonte dell’Acqua Vergine fu valorizzata la Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio conosciuta con questo nome a partire dal XVI secolo, anche se, la sua esistenza è più lontana nel tempo.
L’antica chiesa, era di modeste proporzioni, piccola e una facciata molto semplice, con portale centrale: dietro l’edificio si erigeva un campanile ed infine il convento.
Nel 1642 l’attenzione si accentra sulla sistemazione di tutta la piazza di Trevi più che non sulla chiesa ma in due progetti sono collegati tra loro, se non altro dalla volontà papale di rinnovare la “scena” della piazza.
Tutta la chiesa appare con la sua facciata che punta verso la piazza, introdotta dalla scalinata d’accesso, aperta a ventaglio in direzione della fontana di Trevi, con la quale stabilisce un aspetto privilegiato rispetto agli altri elementi del luogo.
E’ la chiesa che diviene elemento di equilibrio al centro d’attrazione della piazza, la fontana di Trevi.
L’architetto Salvi seppe fondere le tonde forme del barocco romano con la nuova moda neoclassica coronando, tutte le sue opere con la meravigliosa ed unica fontana di Trevi.
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