Tutti noi conosciamo i due grandi poemi attribuiti ad un cantore greco di nome Omero, l’Iliade e l’Odissea. I due poemi divennero i testi più letti nella società greca e poi in quella romana, erano studiati, recitati in mille occasioni ed imitati.
I due poemi sono dominati dal senso della vita e della morte, ma il limitato destino non ha senso di distruzione e non impedisce all’uomo di affermarsi attraverso l’azione.
Il perno fondamentale dell’Iliade è la vendetta e il coraggio in guerra, dell’Odissea il ritorno degli affetti domestici e della pace.
Ma chi era Omero? Un poeta epico greco nato a Chio o a Smirne in Asia Minore e vissuto nell’VIII secolo a.C.
Il tempo antico ha lasciato su Omero molte leggende e contrastanti versioni e la critica moderna non è riuscita a tracciare una biografia.
Antiche fonti attribuiscono ad Omero oltre all’Iliade e l’Odissea altri poemi.
Varie città greche si contesero l’onore d’aver dato i natali al poeta. Ma le ragioni addotte appaiono prive di fondamento.
Nel V secolo a. C. venne scritta una biografia attribuita a Erodoto che servì da modello ad altre biografie simili.
Vi si narra una romanzesca storia di un poeta greco, erranti da una città all’altra del Mediterraneo. Secondo questa fonte Omero nacque a Smirne da una ragazza chiamata Creteide. La giovane, priva di mezzi era una serva che crebbe il figlio ed alloggiò presso un maestro di scuola di nome Femio.
Divenuto grande il figlio che aveva chiamato Melesigene rivelò attitudini artistiche. Un uomo di mare di nome Mente arrivato in città sentì parlare di lui e lo convinse ad imbarcarsi sulla sua nave per poter conoscere il mondo.
Il giovane viaggiò lungo il Mediterraneo. Fu in Iberia e in Italia. Ad Itaca contrasse una malattia agli occhi restando cieco.
Si stabilì a Smirne privo di mezzi di sostentamento, ma presto partì per Cuma.
Lungo il viaggio si fermò nella cittadina di Neotico dove venne accolto nella casa di un calzolaio, ma dopo breve tempo tornò a Cuma dove venne apprezzato per le sue qualità poetiche anche se rifiutarono di mantenerlo a spese pubbliche.
Raggiunse Chio dove prese moglie ed ebbe due figlie. Morì nell’isola di Ios mentre era in viaggio per Atene.
Questa vita avventurosa è del tutto inventata. Stando così le cose il tentativo di far luce sulla personalità di Omero appare impossibile.
Lo studio critico dei poemi omerici ebbe inizio nel VI secolo a. C. e si sviluppò da Teagene di Reggio che cercò in essi significati morali.
Anche Platone e Aristotele spiegarono il significato generale rivolto a questo senso.
Nessuno dei critici antichi mise mai in dubbio l’identità di Omero.
Zenone si pose il problema se l’Iliade e l’Odissea fossero state scritte dallo stesso autore e concluse che vi era stato un unico autore poiché non era possibile che nella stessa epoca fossero vissuti due geni così grandi e simili.
Numerosi i dubbi su Omero avanzati durante tempi differenti affermando che si trattava di canti e tradizioni popolari.
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