Il primo “Atlante dei minori” in Italia, compilato
dall’Associazione “Save the Children”, annovera
quasi 11 milioni di bambini, di cui 1.756.000 in povertà.
Sono molte le condizioni e le situazioni che rendono
drammatica l’infanzia e la mettono a rischio di sfruttamento,
di schiavitù, di prostituzione, di abbandono, di compravendita, di rapimento
Il primo punto nero à la mancanza o carenza di servizi, di asili nido, carenze che prolungano i suoi effetti devastanti nel tempo con la dispersione scolastica, il disadattamento, la delinquenza, l’arruolamento nella mafia e nella ‘ndrangheta.
Significativo è, ad esempio, il dato che documenta come ogni giorno nel nostro paese viene cementificata una superficie pari a più di 100 ettari. Un dato preoccupante – commenta Save the Children – sull’utilizzo del suolo, mentre lo stesso Papa sostiene la necessità di rilanciare l'agricoltura. Centinaia di migliaia di bambini vengono privati di spazi fondamentali di verde e costretti a vivere in città e territori insani, squallidi e asociali. Il peggiore esempio è a Taranto, dove ogni persona ha a disposizione come "verde" uno spazio equivalente a una foglia di insalata. Eccola "L'Isola dei Tesori”, ormai parodia di se stessa, ossia il “Nuovo Atlante", presentato alla Banca d'Italia.
Altri dati allarmanti. Tra i il 1998 e il 2006 la cementificazione del suolo ha raggiunto livelli altissimi in molte città grandi e piccole italiane: in testa alla classifica Roma, con un incremento annuo di 336 ettari di suolo "impermeabilizzato", per un totale di 23 chilometri quadrati di costruzioni; segue Venezia, con una media annua di 151 ettari (il dato include molti corpi idrici), Parma (116 ettari, attribuibili anche alla linea dell'alta velocità), Milano (82 ettari), Taranto (78). Napoli, pur non essendo nella top ten delle città con la maggiore crescita di suolo impermeabilizzato, condivide tuttavia con Milano il primato di città per tre quarti della sua superficie ricoperta da cemento e costruzioni e priva di aree verdi attrezzate. E tra le città italiane con meno spazi verdi si segnala anche - già nella top ten di quelle con la maggiore crescita di cemento e costruzioni - Taranto, dove gli abitanti si devono accontentare di una foglia di insalata (0,2 mq) ognuno.
L’analisi è approfondita da ricercatori e pediatri. Le città sono sempre meno a misura di bambino. L'80% di loro non gioca fuori casa, all’aperto. Il tempo libero è scomparso – hanno constatato i pediatri nel congresso nazionale della loro Società. E Francesco Tonucci, responsabile del Progetto Internazionale “Città dei Bambini” del CNR, lamenta che “è venuta meno la possibilità di uscire di casa da soli per incontrarsi con amici, scegliere insieme gioco e luogo, vivere le esperienze dell'avventura e del rischio, nel rispetto di regole dettate dalla famiglia”. Le città italiane – aggiunge Tonucci - pur dedicando notevoli risorse economiche e umane,"preparano per i bambini spazi separati e specializzati come giardinetti o ludoteche ma sono spazi protetti e vigilati da adulti. Non c’è più nulla di spontaneo". La scomparsa dell'autonomia di movimento nell'infanzia sta producendo gravi conseguenze per i bambini. "I nostri figli, perdendo la possibilità di movimento spontaneo che solo il gioco libero può garantire, e passando molto tempo tra i banchi di scuola o davanti ad uno schermo, sono sempre più obesi. Non potendo vivere esperienze autonome non conoscono l'esperienza dell'ostacolo, del rischio del successo, nei tempi e nei modi giusti. L'impossibilità di queste esperienze forti, impossibili alla presenza di adulti vigilanti, produce un accumulo di desiderio che potrà realizzarsi solo quando i bambini non saranno più bambini, ma adolescenti". L'invito dei pediatri ai genitori è di regalare ai figli uno spazio quotidiano di tempo libero, lasciarli andare con gli amici a scuola, a giocare e magari al negozio per comprare qualcosa di necessario per la casa.
Ecco dunque che pur essendo più alti e pesanti alla nascita, i bimbi di oggi sono spesso affetti da malattie croniche con le quali dovranno fare i conti per tutta la vita. La Società italiana di pediatria ha registrato le evoluzioni della salute dell'infanzia negli ultimi 120 anni. Alla fine dell'800 la mortalità neonatale ed infantile era elevatissima e il 78% dei neonati con peso inferiore ai 2 kg e mezzo non sopravviveva. Su mille bambini 250 morivano nel 1 anno di vita (il tasso di mortalità generale era pari al 25 per mille e l'11 per mille degli adulti), 390-450 entro i primi 5 anni di vita, 400-450 nei primi 15 anni.
Ieri un bambino su 3, tra quelli con peso compreso tra 2 kg e mezzo e 3 kg, non diventava adulto. Nel primo ventennio del 900 solo 600 bambini su 1000 arrivavano all'età adulta. Nel 1936, anno in cui si registra la minore mortalità da inizio secolo, su 1000 morti 274 erano dei primi 15 anni di età, 244 nei primi 5 anni e 164 nel primo anno. Polmonite, gastroenterite, morbillo, difterite, tubercolosi e tifo sono state per molto tempo le principali cause di mortalità infantile.
Oggi le malattie scompaiono come prima causa di mortalità, sostituite da traumi e lesioni, prime cause di morte tra 5 a 19 anni e la terza causa nei primi 4 anni. Cause perinatali e anomalie congenite sono invece responsabili del maggior numero di morti dalla nascita fino a 4 anni. Leucemie e tumori, dopo il primo anno di vita, sono la seconda causa di mortalità in tutte le fasce di età con una maggiore incidenza tra i 15-19 anni (3,7 su 10 mila), ed i problemi respiratori la quarta causa. La mortalità pediatrica per Aids dal 1985 al 2002 e' diventata prossima allo zero. L'asma colpisce oggi il 10% della popolazione infantile (negli anni 70 era il 2,3%).
La salute dei neonati
La mortalità neonatale alla nascita nel 1973 era di 20 bambini su 1000 nel primo mese dalla nascita, e di 25,8 su mille nel primo anno. Nel 2008 è scesa a 3 su 1000 nel primo mese, e 5,6 nel primo anno. - PESO: I bambini che nascono oggi alla 40/a settimana hanno un peso medio di 3.425 grammi per i maschi, e 3.279 per le femmine. Nei secondogeniti il peso e' di 100-200 grammi superiore. Venticinque anni fa il peso medio dei neonati era, invece, di 80-100 grammi inferiore. Sono inoltre diminuiti i bambini con peso molto basso o molto alto alla nascita, segno che c'e' una maggiore attenzione alla dieta in gravidanza, una migliore gestione del diabete gestazionale e un intervento precoce sui bambini con problemi di sviluppo fetale. Il peso medio alla nascita dei prematuri e' diminuito, perché oggi nascono bambini che prima non avevano speranze di sopravvivere: alla 30/a settimana pesano 1.250 grammi le femmine, e 1.300 grammi i maschi. La lunghezza media dei nati a termine e' di 49,7 centimetri per le femmine e 50,5 cm per i maschi, con un aumento di 0,5 cm rispetto a 25 anni fa. La circonferenza cranica e' invece di 34 cm nelle femmine e 34,7 nei maschi.
Alimentazione
Secondo i dati di uno studio comparativo realizzato in Europa, nel nostro Paese più di 1 bambino su 5 è obeso (21%) e quasi 1 su 2 è in sovrappeso (45,6%), con una percentuale più elevata nei bambini (48,8%) che nelle bambine (42,2%). Inoltre 1 bimbo su 4 non mangia quotidianamente frutta e verdura e il 50% consuma bevande gassate o zuccherate nell'arco di una giornata. Un bambino su 2 ha la tv in camera, solo il 20% dei bimbi pratica sport più di una volta la settimana, il 70% non ha l'abitudine di andare a scuola a piedi e solo 1 su 4 (26,8%) gioca più di 2 ore al giorno all'aria aperta nei giorni feriali.
Donne e bambini svantaggiati nell'accesso
a una salute equa per tutti
Un'ampia coalizione umanitaria il 29 novembre a Ginevra ha pubblicato un rapporto per fare appello alla rimozione delle barriere ai servizi sanitari. “Eliminare le ineguaglianze sanitarie: ogni donna e ogni bambino contano”, è il titolo del rapporto della FICR e del Partenariato per la salute materna, del neonato e del bambino (PMNCH), che dipinge un quadro desolante delle ineguaglianze sanitarie globali. Il rapporto si concentra su donne e bambini non solo perché molti di essi soffrono di stenti eccessivi, ma anche perché le donne sono strumentali per il miglioramento della salute dei propri figli, famiglie e comunità.
L'argomento è stato affrontato nel corso della 31a Conferenza Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa a Ginevra:
“Le donne, le madri e le adolescenti sono troppo spesso soggette a stigma e discriminazione, e all'accesso negato alle cure sanitarie. In alcuni paesi è richiesto loro di avere un permesso da parte del marito o della famiglia per avere accesso ai servizi sanitari come le cure relative alla salute sessuale e riproduttiva. I volontari su base comunitaria possono raggiungere queste persone ritagliando una risposta adeguata al loro specifico contesto. Questo funziona anche nei luoghi più impensabili in tutto il globo, come descritto in uno studio di settore nel rapporto” ha detto Matthias Schmale, Sottosegretario Generale della FICR.
Carole Presern, Direttore del PMNCH, ha aggiunto che “L'impegno politico è essenziale per superare le barriere economiche e sociali fondamentali che impediscono a tante donne e bambini di avere accesso all'assistenza alla quale hanno diritto. La Strategia Globale per la Salute delle Donne e dei Bambini, promossa dal Segretario Generale delle Nazioni Unite nel 2010, ha riconosciuto fermamente che ridurre la mortalità materna e infantile e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio è fondamentalmente una sfida politica e non tecnica. Dobbiamo muoverci in fretta ed essere credibili per questi impegni, ma il messaggio dei diritti umani ha una forte risonanza".
Storie sulle ineguaglianze sanitarie si ripetono ogni giorno e qui ne abbiamo un desolante elenco:
A una donna sieropositiva e che ha riportato ustioni gravi sull'85% del corpo è stata rifiutata assistenza in molti ospedali. Un giovane padre muore per un'infezione ai denti perché non può pagare le cure, ricordandoci l'importanza della salute orale e il numero di persone che non hanno accesso all'assistenza sanitaria. I tossicodipendenti in alcuni luoghi sono imprigionati insieme in edifici a due piani per resistere all'agonia dell'astinenza. Questo è solo il primo passo di un approccio duro e coercitivo al trattamento della tossicodipendenza. Ancora una prova scientifica che il programma di riduzione del danno funziona.
I bambini nati in aree rurali o quartieri urbani degradati, bambini nati da madri con bassi livelli di educazione, e bambini nati da famiglie a basso reddito stanno peggio di altri. Per esempio, da una selezione di paesi dove i dati sono disponibili in Africa, Asia e nelle Americhe, un bambino nato nel 20 per cento di famiglie più sane ha più del doppio di probabilità di arrivare all'età di cinque anni rispetto alle famiglie in aree urbane. In Europa, si osservano trend simili: i tassi di mortalità sotto i cinque anni sono almeno 1.9 volte più alti tra il 20 per cento più povero che tra il 20 percento più ricco delle famiglie.
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