Solo negli ultimi 18 mesi, oltre 5000 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l'Europa attraverso il Mediterraneo, il confine più pericoloso al mondo in questo momento”. “Perché con ogni barcone affondato, affonda la nostra coscienza”.
Con questa preoccupazione il Presidente Nazionale della Croce Rossa ha incontrato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon che aveva mostrato di condividere le stesse perplessità della Cri e la stessa volontà di porre fine al pesante stillicidio di vite umane.
Rocca ha portato con se la preoccupazione verso un fenomeno ineluttabile come lo sono i conflitti attuali da cui le persone scappano, che non deve essere soppresso con la forza, ma gestito con intelligenza mettendo l'essere umano al centro di ogni decisione. Rocca ha illustrato all'incontro con il Segretario Ban Ki-moon il grande lavoro e l'immensa umanità delle donne e degli uomini della Croce Rossa Italiana che da anni tendono per primi la mano a chi fugge da guerra e violenza. Sono stati oltre 1000 i volontari Cri coinvolti nella risposta agli oltre 62 sbarchi avvenuti solo dall'inizio di quest’anno nelle coste meridionali della Sicilia.
"Il sud Italia - ha detto il Presidente della CRI prima dell’incontro - sta offrendo una capacità e una dimensione solidale fuori da ogni immaginazione, ma non può farcela da solo. L'Italia non può farcela da sola e serve la collaborazione e la volontà politica di tutta la Comunità Internazionale. A partire dall'Europa che può e deve offrire canali sicuri e legali per chi chiede protezione. La Federazione Internazionale della Croce Rossa è convinta che la nuova agenda europea sulle migrazioni debba essere coraggiosa, lungimirante e saldamente basata sui principi di umanità, di solidarietà e nel rispetto dei diritti umani".
“Da tanti mesi, anzi anni, aspettavamo che arrivasse all'ONU qualcuno che parlasse chiaro e senza peli "diplomatici" su chi sono veramente i responsabili delle vergogne dell'umanità nel Mediterraneo. Migliaia di morti da almeno venti anni, provocati da un certo esodo "controllato" da trafficanti di migranti africani, ma al Palazzo di Vetro, ambasciatori, ministri, premier e presidenti continuano a chiamarla "emergenza", senza far nulla, oltre i bla bla di circostanza. Così una tragedia inutile quanto evitabile, continua”.
"No Human Being Is Illegal” è lo slogan portato da Rocca a nome di tutti gli operatori che prestano soccorso ai migranti del mondo, e mercoledì il presidente della Croce Rossa Italiana è andato a ribadirlo a Ban Ki-moon che per la verità da un po' di tempo cerca, ma in un modo, come dire, un po' troppo diplomatico, di farlo anche capire ai leader dei governi mondiali.
Al Segretario generale, Rocca ha consegnato infatti una maglietta bianca con la scritta “Nessun essere umano è illegale”. Ma anche se ai piani alti del Palazzo di Vetro quella maglietta l'hanno indossata, nel Mediterraneo i migranti continuano ad essere numeri e statistiche, invece che esseri umani.
Dopo l'incontro con Ban Ki-moon, Rocca ha tenuto una conferenza stampa durata quasi un'ora con i giornalisti internazionali accreditati alle Nazioni Unite, e qui il dirigente della Croce Rossa Italiana ha usato toni forti e chiari: non serve bombardare i barconi dei trafficanti, in quel modo si condannerebbero solo i migranti alla stessa fine, solo che morirebbero da "schiavi" in Libia invece che affogare nel Canale di Sicilia: "“Bombardare le barche può essere solo parte di una soluzione ma all’interno di un piano complessivo, ma farlo da solo, diventa un lavarsi la coscienza: moriranno lontano dai nostri occhi…”.
Dopo l'incontro con il Segretario dell'ONU Ban Ki-moon e la conferenza stampa alle Nazioni Unite, la VOCE, periodico italiano pubblicato a New York, ha intervistato assieme a Radio Radicale, il Presidente della CRI: “Abbiano avuto un incontro nel quale l’essere umano è stato sempre messo al centro di ogni scambio di idee” - ha detto Rocca, sottolineando quanto alle NU a volte si tende a spersonalizzare la questione, chiamandoli soltanto emigranti. “Con il Segretario Generale abbiamo parlato di uomini e di donne che scappano da situazioni di conflitto e da violenze. Della necessità che i governi facciano di più. Che vi sia un impegno maggiore e completo in favore di queste persone".
A una domanda sulle notizie per le quali l’Italia potrebbe anche pensare a bombardare i barconi, Rocca risponde:
"Su questo tema siamo stati molto chiari: per noi bombardare non è una soluzione in un contesto in cui la Libia non è ancora pacificata. È solo un intervento di pubblica sicurezza quello che potrebbe esser preso, ma solo quando non si mettono a rischio vite umane. In questo momento, invece, a nostro avviso l’idea di bombardare sarebbe un’operazione rischiosa per decine di migliaia di persone e che non risolverebbe il problema dei trafficanti perché ci saranno altri trafficanti con altre rotte pronti a prendere il posto di quelli bombardati. Il tema quindi è trovare soluzioni concrete nei paesi di origine e nei paesi di transito. Un approccio globale e meno legato ad un consenso spicciolo del quotidiano".
In concreto, cosa pensa che Ban Ki-moon possa fare per gli emigranti nel Mediterraneo?
"Continuare a far sentire forte la sua voce d'autorità morale. Non ha un potere particolare il Segretario Generale. È pero sicuramente una autorità morale che deve richiamare gli stati alle loro responsabilità e alle loro convenzioni che hanno sottoscritto. Qui c'è in gioco la credibilità degli stessi governi nel momento in cui non applicano quelle convenzioni che hanno sottoscritto e promosso in questo stesso palazzo. Che questo incontro sia avvenuto qui, al Palazzo di Vetro, per noi che abbiamo a cuore l'azione umanitaria, ha un significato doppiamente importante. Perché ci sono delle convenzioni fondamentali per l'essere umano e quello che il Segretario Generale sta facendo è qualcosa di importante e noi lo sosteniamo e continueremo a sostenere: dobbiamo sempre mettere l'uomo al centro!"
Quindi pressione morale in favore dei diritti degli emigranti da parte di Ban Ki-moon. Cioè come sta spingendo Papa Francesco?
"Chiunque abbia a cuore l'essere umano non può non far questo. Ed è questo che io mi attenderei dall'Unione Europea come Istituzione. Che sappia riconnettersi alle radici che hanno fondato questa grande Unione, ovvero una profonda cultura che mette proprio al centro l'uomo e che ha trovato le sue radici profonde in Europa, e nel nostro paese in particolare, affinché questi valori siano messi veramente al centro dell'azione politica dell'Unione europea".
"Questo esodo è ininterrotto. La possono chiamare emergenza i singoli governi, anche perché noi abbiamo una capacità di cambiare governo così rapida che probabilmente non fanno riferimento a quello che è accaduto prima di loro… Ma qui la questione è seria e non è una emergenza. È un fenomeno sociale ben conosciuto, che va avanti da almeno venti anni ininterrottamente al quale non è mai stata data una risposta globale. Quindi, forse, emergenza è dare una risposta politica ma non certo l'arrivo dei profughi di quest'anno, o dello scorso anno, o del prossimo anno se non si troverà una soluzione. Stiamo vivendo un fenomeno in corso a cui bisogna dare delle risposte di lungo termine. Con una maggiore capacità di coesione e di approccio globale. Non c'è una soluzione sola, le cause dell'emigrazione sono molteplici e sarebbe utopistico risolverle in poco tempo. Quello che invece non dovrebbe essere un'utopia, è aspettarsi dal nostro governo che possa offrire delle soluzioni che mettano al centro la vita umana".
Rispondendo a una domanda per una valutazione sul Governo Renzi, Rocca ha detto: "Sicuramente l'Italia ha sopportato e sopporta un peso notevole, per cui darei 10 sotto il profilo della capacità solidale. Ci critichiamo tanto e sappiamo farci del male da soli, ma in realtà l'Italia sta dando una risposta in termini di accoglienza straordinaria. Ma in termini di visione, quindi in quello che devono fare per la situazione che invece continuano a chiamare emergenza, l'Italia la rimandiamo a settembre, perché chi governa deve uscire da questa incapacità di affrontare questi fenomeni, di vederli soltanto nel momento e di cominciare ad avere invece un approccio più globale. E quindi aspettiamo di vedere più avanti di che cosa sarà capace di fare il nostro paese in termini di risposta globale. L'Europa è bocciata. Al momento mi sento assolutamente insoddisfatto. Bisogna che l'UE riguardi la sua politica e che ritrovi una sua capacità di crescita sui valori. Fino a questo momento, secondo me, non c'è stata una risposta basata sui valori umanitari. Questo è un dato di fatto. Ci sono stati dei piccoli palliativi che mi inducono a non dare all'Ue nemmeno la sufficienza".
E un valutazione invece sulle Nazioni Unite?
Se guardiamo sotto il profilo dell'azione di persuasione morale sicuramente le NU stanno facendo tantissimo. E anche le sue agenzie, come i colleghi della UNCHR lavorano senza sosta. Il problema è l'istituzione nel suo complesso, che deve tornare ad avere un peso all'interno degli Stati, che questi ultimi non facciano più soltanto finta di ascoltare i messaggi che arrivano dalle Nazioni Unite ma che realmente comincino a metterli in pratica".
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