Dai primi giorni nei quali le operazioni di controllo dei flussi migratori hanno trovato un approccio sistemico, prima con l'operazione Mare Nostrum e poi con quella denominata Triton (sotto l’egida di Frontex, l’Agenzia europea del controllo delle frontiere), il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana ha messo in campo tutta la sua caratteristica di ausiliarietà alle Forze Armate schierando personale specializzato a fianco delle donne e degli uomini della Marina Militare Italiana impegnati nei recuperi in mare di chi aveva deciso di giocare la propria partita contro il destino nella tremenda traversata del Mediterraneo.
Fra le famiglie portate in salvo anche donne e bambini, spesso molto piccoli. Nella tragedia dell’esodo tanti hanno perso la vita senza nemmeno intravedere quella costa che per loro avrebbe potuto significare la libertà conquistata e il ritorno a una nuova vita.
Esattamente un anno fa iniziò la collaborazione del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana con la Marina Militare nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Infatti, l’11 giugno 2014 lo Stato Maggiore della Marina, per il tramite del Comando in Capo della Squadra Navale, al fine di rafforzare il dispositivo di sorveglianza sanitaria nei confronti di potenziali rischi infettivi connessi ai flussi migratori, voluto dal Ministero della Salute, utilizzava l’impiego su varie unità navali di personale del Corpo Militare della CRI.
A tal fine, il Corpo Militare forniva, in coordinamento con il Comando del 29° Gruppo Navale, medici, infermieri, specialisti e attrezzature per il trasferimento in alto biocontenimento di pazienti colpiti da malattie contagiose, che hanno effettuato turnazioni di circa venti giorni. Ulteriore personale logistico e amministrativo assicurava tutte le incombenze per l’approntamento, l’invio e il rientro degli assetti richiesti.
Inoltre, dal 13 ottobre 2014, a seguito di una successiva richiesta di potenziamento del dispositivo sanitario, scaturito dall’allarme virus Ebola, è stato reso operativo un ulteriore assetto di biocontenimento con 26 tecnici per la gestione delle dotazioni speciali installate presso la stazione elicotteri MARISTAELI di Catania, con tenda e barella di isolamento, prevedendo l’impiego di un ulteriore assetto sanitario presso l’isola di Lampedusa, che, come noto, è meta dei principali sbarchi di migranti.
Altri 13 tecnici sono stati assegnati per la gestione di dotazioni simili installate presso la base navale a Taranto. Altri 73 militari di supporto logistico presso l’Ispettorato Nazionale del Corpo e la sede distaccata del XII Centro di Mobilitazione CRI in Catania.
Gli assetti sanitari del Corpo Militare della CRI, costituiti da strutture tecniche e personale specialistico, prima installati a bordo delle navi operanti nel Mediterraneo e poi rischierati a terra, servono ad assicurare il trattamento dei soggetti potenzialmente affetti da patologie ad elevato rischio di contagio conservando allo stesso tempo elevate condizioni di sicurezza per il personale che ne potrebbe venire in contatto.
L'ambiente di bordo richiede un pesante adattamento individuale, accentuato dai lunghi periodi di navigazione e dalle condizioni del mare che soprattutto nel periodo invernale è molto spesso agitato e di conseguenza non aiuta l’attività del personale imbarcato.
Il servizio prestato dal personale della Croce Rossa Italiana ha uno spirito particolare ed un valore aggiunto: lo spirito è quello dei principi che dalla fine del XIX secolo regolano il Movimento Internazionale di Croce Rossa, e tra questi quelli di umanità ed imparzialità, mentre il valore aggiunto è sintetizzato dal fatto che queste persone, professionisti di alto livello in ambito tecnico e sanitario, scelgono di adempiere volontariamente il loro dovere impiegano le proprie ferie per turni di servizio di circa venti giorni ognuno, durante i quali periodi non percepiscono alcun compenso, contribuendo alla riduzione generale dei costi e dell'impegno economico nazionale sul fronte del controllo dei flussi migratori e del soccorso alle popolazioni migranti.
Conclusa a fine ottobre l’operazione Mare Nostrum il Corpo Militare della CRI ha continuato ad assicurare il concorso alla Marina Militare nell’ambito delle attività di Sorveglianza Pesca e del programma Triton di Frontex iniziato il successivo 1 novembre 2014.
Ad oggi sono già stati impiegati nelle varie attività in mare e a terra 280 uomini del Corpo Militare della CRI, suddivisi nelle seguenti categorie e specializzazioni: 59 medici, 84 infermieri, 25 tecnici per la gestione di dotazioni di biocontenimento installate su unità da trasporto anfibio LPD (Landing Platform Dock), 26 tecnici per la gestione di altre dotazioni di biocontenimento installate presso la stazione elicotteri MARISTAELI di Catania, 13 tecnici per la gestione di simili dotazioni installate presso la base navale di Taranto, 73 militari di supporto logistico presso l’Ispettorato Nazionale del Corpo e la sede distaccata del XII Centro di Mobilitazione CRI in Catania.
Si tratta di grandi numeri, come grande è stato l'impegno finora assolto in silenzio, con onore e dedizione, dal Corpo Militare della Croce Rossa Italiana e se ci si sofferma solo un momento a soppesare l'entità delle cifre si nota come il numero di 280 militari specialisti, tra sanitari e tecnici, impegnati dal giugno 2014 al giugno 2015 è pari a circa 4.300 giornate lavorate, per le quali tutto il Sistema Paese ha ottenuto un grande risultato in termini di sicurezza generale, controllo della diffusione di malattie pandemiche e soccorso specifico ai migranti in mare.
* Ten. Col. Referente per la Comunicazione
Ispettorato Nazionale del Corpo Militare CRI
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Il Presidente della Croce Rossa Italiana
Francesco Rocca, 49 anni, vive a tempo pieno tutte le attività della Croce Rossa Italiana da ben otto anni e ne è il Presidente. Oggi ricopre anche la carica di Vice Presidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
Nel corso del suo mandato ha affrontato diverse gravi emergenze in Italia e all'Estero. La nostra più grande organizzazione umanitaria ha visto i suoi volontari e i suoi specialisti sempre in attività di prima linea. Anche nella gestione dei soccorsi sia per i migranti in mare oltre che per quelli in arrivo o in transito in tutta Italia.
Abituato all'esperienza sul campo e impegnato fin da giovanissimo nel sociale, Rocca ha coordinato l'intervento dei volontari, donne e uomini provenienti da tutte le nostre regioni, sul drammatico terremoto dell'Abruzzo e, subito dopo, quello che ha colpito l'isola di Haiti.
Con altri importanti soccorsi internazionali la CRI ha fronteggiato la grave carestia nel Corno D’Africa e l'invio di aiuti umanitari in Palestina, dopo la cosiddetta operazione "Piombo Fuso".
Di recente, con l'acuirsi dei conflitti in Medioriente, Rocca ha predisposto una missione umanitaria di sostegno nel Kurdistan Iracheno.
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