“Da quel lontano 1866, per oltre un secolo e mezzo, gli uomini del Corpo militare hanno portato a termine le loro missioni, operando con immutato slancio altruistico e alto senso del dovere. Questi soldati, operatori umanitari per la sicurezza dell’uomo, hanno scelto di servire la Croce Rossa e l’Italia non solo sui campi di battaglia e nei moderni teatri operativi in soccorsi umanitari post-conflict, ma anche nelle più gravi calamità naturali che hanno colpito il territorio e, in non pochi casi, anche su chiamate per soccorsi internazionali.
Con queste parole l’Ispettore Nazionale Maggior Generale Gabriele Lupini del Corpo Militare della Croce Rossa ha ricordato l’abnegazione di tutti gli uomini del Corpo da quando collaborarono con il Comitato Milanese “per i soccorsi ai feriti e malati in guerra, poi divenuto Croce Rossa Italiana, su disposizione del Ministro della guerra, furono assoggettati alla disciplina militare con adozione dell’uniforme ed equiparazione ai gradi dell’Esercito”. Centocinquant’anni dal battesimo del fuoco da quando, a Custoza e Lissa, nella III Guerra d’indipendenza, le “squadriglie di soccorso”, su disposizione della Regia intendenza generale militare dell’Armata mobilizzata, furono poste alle dipendenze del 5° Corpo d’armata con il compito di soccorrere feriti e malati sui campi di battaglia”. “Nell’esercizio di questo “volontario dovere”, - ha proseguito il Generale Lupini - moltissimi uomini del Corpo sono caduti: è a questi uomini valorosi che rivolgiamo il nostro sentito pensiero, per l’esempio che ci hanno dato, per la strada che ci hanno indicato; una strada fatta di impegno e sacrificio, di dedizione e attaccamento agli ideali più alti della solidarietà umana”.
Il Generale ha poi sottolineato il filo conduttore di un secolo e mezzo di storia, “in quest’anno così speciale, lo abbiamo voluto simboleggiare in una immagine storica dov’è ritratto un militare che soccorre sul campo un ferito. Questa scena rappresenta la costante della nostra missione, l’obiettivo del nostro servizio, ciò che da sempre hanno fatto i nostri uomini in tempi e luoghi diversi. In un periodo così lungo, quel militare ha visto evolversi il suo equipaggiamento, le tecniche e procedure d’intervento, i Presidi sanitari ma immutate sono rimaste le motivazioni alla base della sua scelta: adempiere ai propri doveri di soccorritore di Croce Rossa in una precisa condizione giuridica ovvero quella “militare”. Le parole del Generale Lupini hanno aperto il Calendario 2016 del Corpo nel quale sono accompagnate sia da immagini storiche sui teatri bellici che da altre situazioni di emergenza in paesi anche lontani dall’Italia dove sempre fondamentale è il sostegno umanitario. E non è un caso la Zecca di Stato ha deciso di coniare la nuova moneta da 5 Euro, in argento che costituisce un importante riconoscimento filatelico al Corpo Militare. La moneta pesa 18 grammi e ha un diametro di 32 mm.
Su una facciata della preziosa moneta dal valore sia storico che numismatico, è raffigurato lo stemma del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, con croce smaltata in rosso e un cartiglio con il motto del Corpo “Inter Arma Caritas” e sul rovescio è raffigurato un militare del Corpo in missione umanitaria che accoglie in braccio un bimbo.
*Colonnello com. CRI (in congedo) - Responsabile dell'Ufficio storico Comitato CRI - Firenze
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