Bitcoin, futuro o speculazione?

Bitcoin, futuro o speculazione?

Subito dopo il suo trionfale ritorno alla Casa Bianca, Donald Trump ha inaugurato la battaglia per la supremazia nelle criptovalute. Anche altri Paesi, oltre USA e Cina, hanno intrapreso la strada del bitcoin, spesso per fronteggiare crisi economiche o inflazione. Come interpretare la scelta del Tycoon? Si tratta di un’abile mossa strategica o mera speculazione finanziaria?

Contrariamente a quanto siamo abituati a vedere in politica, l’aveva promesso e l’ha mantenuto: il 23 gennaio Donald Trump, 47° Presidente degli Stati Uniti, ha istituito un gruppo di lavoro che avrà il compito di esplorare la creazione di una “riserva nazionale strategica di asset digitali”, con l’obiettivo di fare degli Stati Uniti la prima potenza mondiale in ambito criptovalute, contrastando l’ascesa della Cina.
Sebbene l’idea sembri innovativa, già diversi Paesi hanno intrapreso un percorso simile: El Salvador è stato il primo, adottando il bitcoin – la moneta virtuale più diffusa – come moneta legale nel 2021, seguito da nazioni come Argentina, Venezuela, Zimbabwe e Turchia. In questi casi, però, l’adozione del bitcoin è stata una risposta a situazioni di inflazione estrema. Sicuramente l’impatto di bitcoin sull’economia globale è ormai innegabile e la sua evoluzione continuerà a essere al centro del dibattito finanziario nei prossimi anni. Tuttavia, la decisione di Trump è in contrasto con l’idea stessa per cui sono nate le criptovalute: quella di essere un’alternativa al sistema finanziario tradizionale.

I principi della nascita di bitcoin
Nel pieno della crisi finanziaria del 2008, un anonimo sviluppatore, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, pubblicò un documento intitolato «Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System» (Bitcoin: un sistema di denaro elettronico peer-to-peer). Il whitepaper descriveva un nuovo sistema di pagamento digitale decentralizzato, basato su un’innovativa tecnologia chiamata blockchain. L’obiettivo di Nakamoto era creare una valuta che non dipendesse da banche centrali o intermediari finanziari, garantendo così trasparenza, sicurezza e resistenza alla censura.
Bitcoin si basa su un registro distribuito – la blockchain – dove ogni transazione viene registrata in modo permanente e immutabile. Ogni operazione è verificata dai miner, computer specializzati che risolvono complessi calcoli crittografici per convalidare gli scambi. Questo sistema garantisce la sicurezza della rete, impedendo attacchi e frodi. Un altro principio fondamentale di bitcoin è la sua offerta limitata: a differenza delle valute tradizionali, il numero massimo di …..

di Vanessa Fieschi

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