Consumo del suolo, la situazione non migliora
Come ha risposto il nostro Paese alle nuove normative dell’UE e agli allarmi dovuti al cambiamento climatico? Consumando, solo nel 2023, altri 72,5 km quadrati di suolo. Un ritmo che non è più sostenibile, tanto per l’impatto ambientale quanto per quello economico: come rivela il rapporto pubblicato dall’ISPRA, la riduzione dell’effetto “spugna” costa all’Italia oltre 400 milioni di euro all’anno
Altro che Green Deal. Giunti nel 2025 siamo ancora il Paese del “calce & struzzo”, dell’abuso edilizio, dei tanto agognati condoni… e delle regole mai rispettate. Un Paese che non solo dimostra di aver imparato poco dal più recente passato, ma che persevera negli stessi errori ancora oggi, ora che anche il clima, e la natura tutta, ci lancia dei segnali di pericolo e instabilità. La lezione degli anni del “boom edilizio”, dunque, non è servita. Oggi abbiamo sicuramente meno attenuanti; se negli anni del secondo dopoguerra c’era tutto sommato un’Italia da ricostruire, con milioni di italiani che aspettavano casa dai primi del ’900, oltre la necessità di servizi e infrastrutture al passo coi tempi, oggi non sussistono le stesse ragioni (o scuse) che possano giustificare l’incessante cementificazione e deturpazione ambientale. A suonare nuovamente questo campanello d’allarme è sopraggiunto nelle scorse settimane il rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” relativo al 2023, elaborato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) per conto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA). I dati emersi dal rapporto sono al dir poco preoccupanti ed evidenziano non solo una certa “recalcitranza” dell’attuale governo rispetto ai rischi che tale processo comporta sui nostri ecosistemi (e sulla sicurezza e la salute dei cittadini) ma anche una grave carenza sul piano normativo, in quanto non vi sono ancora regole in grado di arginare compiutamente il fenomeno del degrado ambientale. «2,3 metri quadrati al secondo» L’aspetto forse più inquietante emerso dalla ricerca dell’ISPRA è che nonostante l’Italia stia vivendo una fase di calo demografico (e di denatalità) molto significativa, in diversi territori della Penisola si continui a costruire a ritmi vertiginosi. Si legge nella presentazione del rapporto: «Il consumo di suolo continua….
di Mattia Picchi
LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO: ABBONATI A DOSSIER SICUREZZA. Per informazioni clicca qui