Corsi per aspiranti guardie giurate: opportunità o truffa?
Formazione e bisogno di lavorare.
Il fatto
Fioriscono ogni giorno istituti di formazione privata, che propongono corsi per “Aspiranti Guardie Giurate”. Come per qualsiasi cosa, esistono corsi più lunghi o più brevi, on – line o in presenza, organizzati da istituti formativi più o meno seri, che costano dai 50 ai 4000 euro (con una media di 600/800 Euro). Ci sono attività formative organizzate da Investigatori Privati a corto di clienti e spesso anche di nozioni giuridiche e altre gestite da istituti che forniscono vitto, alloggio e una (utile solo per il corso) divisa, ricordano una Scuola di Polizia, con la differenza che alla fine del corso di quest’ultima si lavora, dopo quella da GPG si è disoccupati e bisogna trovare qualcuno che assuma. Qualcuno promette uno stage (di poche ore) presso qualche istituto di Vigilanza altri dimenticano di sottolineare che i cittadini extra UE non possono diventare Guardie Giurate (ma purché, regolarmente residenti, possono fare il corso).
Nessuno di questi corsi assicura o potrebbe assicurare un lavoro come GPG, al massimo – questo è il leit motiv – si assicura che “la formazione è indispensabile per chi voglia intraprendere questo lavoro e un Istituto di Vigilanza assume più volentieri chi ha già fatto un corso”. Una supercazzola.
C’è addirittura chi promette un “placement” dietro pagamento del 10% del primo stipendio.
E’ categorico Vincenzo del Vicario Presidente del SAVIP (Sindacato Autonomo Vigilanza Privata) per il quale questi corsi non sarebbero necessari: «per un semplice motivo: un costo aziendale verrebbe scaricato sul lavoratore senza alcuna garanzia di effettiva qualità del prodotto e di rispondenza dello stesso alle esigenze dell’istituto presso il quale la guardia chiedesse di essere assunto. Tra l’altro, tali corsi non hanno normalmente un valore legale e ciò comporta che nessuna formale differenza, ai fini dell’assunzione, vi sia tra una guardia che li abbia superati (pagando costi piuttosto salati) e una sprovvista di qualsiasi formazione iniziale. Sarebbe, comunque, auspicabile che il Ministero dell’Interno non solo certificasse queste “società di formazione”, coinvolgendo le Regioni, ma che la formazione stessa fosse mirata a ottenere, secondo il tipo d’impiego, guardie giurate maggiormente professionalizzate per lo specifico impiego cui esse sono destinate».
La legge
A proposito della formazione il DM 269 (allegato D) specifica che: “Il titolare dell’Istituto di vigilanza, a seguito dell’esito positivo dei colloqui selettivi delle aspiranti guardie giurate, verifica … il possesso dei requisiti richiesti per la richiesta della nomina da parte del Prefetto… L’impiego in servizio potrà essere disposto solo dopo che la guardia giurata ha ottenuto il rilascio del decreto di nomina del Prefetto, ha prestato il giuramento … e previo superamento con esito positivo di un apposito corso teorico-pratico formativo, organizzato dall’istituto di vigilanza interessato, … o comunque quelle che abbiano prestato almeno un anno di servizio in altro Istituto superando un documentato corso di formazione” (punto 1.c). Inoltre, “l’Istituto di Vigilanza cura la preparazione teorica e l’addestramento delle dipendenti guardie giurate, prima della loro immissione in servizi operativi, organizzando corsi di formazione teorico-pratici della durata di almeno 48 ore… Dell’inizio dei corsi, dei relativi programmi è data comunicazione, almeno una settimana prima, al Questore della Provincia ove l’istituto ha la sede principale. Tale comunicazione dovrà contenere l’elenco dei partecipanti, nonché l’indicazione del luogo e degli orari di svolgimento delle lezioni. E’ fatto divieto di impiegare in servizio guardie giurate che… non abbiano frequentato il corso teorico-pratico con profitto (punto 1.e)…”
Appare chiaro che un corso non organizzato da un Istituto di Vigilanza (che può anche appaltarlo esternamente ma di cui deve essere soggetto organizzatore), comunicato prima dell’inizio al Questore e superato con profitto non ha alcun valore ai sensi del DM 269/10 e di conseguenza, pagare per un siffatto corso di formazione non organizzato da un Istituto di Vigilanza equivale a buttare soldi.
Per Gennaro Cotugno di UILTUCS Toscana «questi corsi non garantiscono un’eventuale assunzione . I corsi sono necessari per le GPG ma a spese degli Istituti di vigilanza o anche, come fa in Toscana l’Ente Bilaterale Vigilanza Privata (EBIV), che organizza corsi, senza oneri sia per le GPG, sia per gli istituti di vigilanza, sull’antiterrorismo e sul DM 154».
L’Utilità
Per alcuni Istituti di Vigilanza questi corsi possono rappresentare un incentivo, in quanto seppur privatamente, l’aspirante Guardia Giurata ha potuto avere un’infarinatura di materie giuridiche, primo soccorso, armi e tiro e sicurezza sui luoghi di lavoro. Rimane salvo il fatto che gli istituti di vigilanza comunque rifaranno il corso alle GPG anche se lo hanno fatto privatamente. Su questa linea Salvatore Fiorentino, Direttore della linea Security di Coopservice, «un aspirante GPG che ha già frequentato un corso di formazione, soprattutto se erogato da un ente certificato, che presenta domanda di assunzione presso Coopservice, viene inserito ai primi posti nelle liste di attesa. Rimane salvo il fatto che, prima di essere immesso in servizio, così come previsto dal DM 269/10, la Guardia Giurata dovrà comunque frequentare un corso di 48 ore organizzato dal nostro o da altro Istituto. Nel caso in cui l’aspirante GPG abbia frequentato il corso propedeutico, previsto dalla vigente normativa, presso un altro istituto verrà verificata preliminarmente la sua preparazione attraverso la somministrazione di un test sulle materie di studio previste e successivamente avviato ad un programma di retraining nel caso in cui il risultato del test non risulti soddisfacenti».
La certificazione di queste scuole di formazione per aspiranti guardie giurate, risulta, nella stragrande maggioranza, assente. Le certificazioni in questi ambiti potrebbero essere due, quella del Ministero dell’Interno che certifica i Centri di Formazione autorizzati a erogare corsi di Sicurezza Sussidiaria (DM 154/09) o le Regioni. Il più delle volte invece parliamo di società che erogano formazione senza alcuna certificazione o controllo di qualità e di legittimità. Se va bene ad insegnare in questi corsi ci stanno nomi altisonanti che non hanno mai avuto esperienze di Sicurezza Privata, quando va male ad insegnare ci stanno ex guardie giurate senza una laurea. Anche le materie insegnate a volte sono tanto altisonanti quanto inutili (per il quotidiano lavoro della GPG), come l’analisi della scena del crimine, il galateo, l’analisi criminale, il training autogeno o la normativa sull’immigrazione. Qualche scuola fornisce davvero una buona preparazione, altre insegnano poco, altre, colpa di insegnanti pessimi, insegnano addirittura nozioni sbagliate.
In questa direzione va Leonardo Cea, Guardia Giurata e Admin del sito guardieinformate.net: “Nel corso dei miei venti anni nel mondo della vigilanza privata, di cui gli ultimi quattordici anni, passati anche ad informare costantemente le GPG, tramite il portale www.guardieinformate.net, posso tranquillamente affermare che, ai fini dell’assunzione non è richiesto nessun tipo di corso, attestato o qualsivoglia pezzo di carta. L’aver partecipato ad un corso, di una scuola per “aspiranti guardie giurate”, non costituisce titolo preferenziale per l’assunzione, tranne in rarissimi casi e parlo due o tre, su migliaia di Istituti di Vigilanza Privata. Devo sottolineare – infatti – che le normative vigenti prevedono che sia l’istituto di vigilanza a organizzare i corsi di formazione, all’atto dell’assunzione, così come i corsi di aggiornamento e quelli di specializzazione che sono d’interesse aziendale.
Ricevo tante mail da aspiranti GPG che si sono sentiti truffati da presunti enti di formazione per aspiranti guardie. Questi ragazzi, bisognosi di lavoro e imbrogliati dalle “banalità scintillanti” di quanto scritto sui siti internet e nelle pubblicità sui social, una volta pagato e frequentato il corso, si ritrovano con un mucchio di carta straccia in mano, mi riferisco a “specializzazioni” e attestati, graficamente ben impostati ma altrettanto inutili. Mi sento perciò di sconsigliare a non investire soldi, soprattutto se parliamo di cifre a tre zeri, in corsi che promettono assunzioni (fasulle), o assicurano l’inserimento nei database degli Istituti di Vigilanza Privata o altre fantasie varie.
Rimane altamente consigliabile che, una volta nominati GPG ed iniziato il lavoro, chi volesse investire una piccola parte del proprio stipendio per aumentare il proprio bagaglio tecnico-culturale, potrà frequentare – liberamente – corsi professionalizzanti da formatori certificati, che insegnano per enti certificati dalle Università (come pei i security manager), dal Ministero dell’Interno (come per i corsi DM 154 o Antincendio) e dalla Regione (come i corsi D.Lgs. 81/08), per i corsi teorici, dal CONI o dal Tiro a Segno Nazionale, se si dovesse trattare di corsi di difesa personale o di tiro”.
Al di là di chi eroga corsi o che tipo di qualità esprime è fondamentale valutare è se le aspiranti guardie giurate trovano lavoro dopo aver frequentato il corso e se succede grazie a quest’ultimo.
Dati certi non ce ne sono ma sui social, nei gruppi riservati alla vigilanza privata si vedono spesso post di persone che dopo il corso cercano un posto in un Istituto di vigilanza e non lo trovano.
di Leandro Abeille