Ecologia? Roba da ricchi
Non è difficile essere a “impatto zero”, basta essere ricchi. Un ricco può comprarsi lo yacht alimentato ad energia solare e pontificare sull’inquinamento prodotto dai “povery”. Quest’ultimi non sono quelli che vivono ai margini della società, senza lavoro o istruzione, sono gli italiani medi, con uno stipendio medio, con una casa di proprietà di media grandezza in una qualsiasi città.Lo stipendio medio di un italiano è di 1500 euro, il costo medio di una monovolume elettrica è di 41.000 euro: 27 volte lo stipendio medio. Vuol dire che un italiano medio deve lavorare 2 anni e 3 mesi – senza avere altre spese – per comprarsi un auto elettrica e finalmente poter dire di essere ad “impatto zero”.E’ vero l’auto elettrica presenta dei vantaggi, 300 km in elettrico costano circa 24 euro (esclusa la ricarica a casa molto più conveniente), con gli altri carburanti va dai circa 40 della benzina, ai circa 24 del GPL (consumi indicativi). E’ anche vero che con un pieno di diesel si arriva da Roma a Milano e per farlo con l’elettrico bisogna fermarsi almeno 30 minuti a Firenze (per caricare circa 170 km) e 30 minuti a Parma (per altri 170), sperando che a Milano non ci sia traffico.Poi c’è il problema batterie, le materie prime sono costose in termini economici e sociali, poi c’è il problema del riciclo e dello smaltimento. Fortunatamente la scienza sta velocemente progredendo sull’evoluzione delle batterie e a breve, avremo a disposizione accumulatori che non prevedono la distruzione di habitat naturali e la schiavitù degli operai che – ad oggi – servono per estrarre le materie prime.
L’Unione Europea sempre prodiga ad imporre cose che convengono a delle èlite e molto meno ai poveracci, si sta orientando per vietare la vendita delle auto a carburanti fossili dal 2035. Cosi se un operaio italiano, sperando che non sia licenziato o che sperimenti la cassa integrazione, potrà comprare una macchina domani e finirla di pagare nel 2035.
La vera svolta ecologica sarebbe quella di non aver bisogno delle auto ma chi conosce i trasporti pubblici di Roma sa che (tranne che non vive e lavora su una linea della Metro) dovrà farsi almeno (a seconda delle distanze ovviamente) 30 minuti di trasporti urbani affollatissimi a tratta. Un’ora e mezza se è un pendolare. Si perdono perciò da un minimo di 1 ora fino alle 3 ore ogni giorno, solo per i tragitti casa-lavoro con i mezzi pubblici. Questo è il vero “impatto” sulle vite di tutti noi.
di Leandro Abeille