Furti in casa: come difendersi
Proteggere il nostro spazio.
La nostra casa ricopre da sempre ad una molteplicità di significati che vanno ben oltre l’idea di un luogo fisico. Se si pensa a “casa” non si presenteranno alla mente solo pareti, porte, tetti e finestre ma piuttosto, un insieme di visi, odori, colori, profumi, sensazioni ed emozioni. La stessa etimologia della parola indica, nel suo senso più letterale, ciò che fornisce riparo, un luogo protetto che va a proteggere e a difendere dall’esterno, che pone un confine tra dentro e fuori. L’idea che qualcuno possa violare questo spazio assume un forte significato emotivo. L’intrusione di un estraneo nelle mura domestiche rappresenta una profanazione profonda della sfera privata, oltre che un ingente danno economico.
I furti in Italia
Purtroppo le cifre dei furti in abitazioni private continuano ad essere desolanti, nel nostro Paese, come nel resto del mondo. Le cronache riportano spesso eventi di questo tipo, alcuni dei quali si rivelano particolarmente cruenti, arrivando ad episodi di bruta violenza nei confronti delle vittime. Questo tipo di reato rappresenta in Italia un problema trasversale, interessando chiunque, in qualsiasi tipo di abitazione.
L’Istat mette a disposizione i dati relativi al quinquennio compreso dal 2015 al 2019: si parte da una cifra di 234.726 furti in abitazione privata nel 2015, sino ad arrivare a 165.329 casi nel 2019, 453 al giorno, circa uno ogni quattro minuti. Si registra, indubbiamente, una significativa diminuzione, ma non si può certo dire che le cifre siano confortanti.
Sempre nel 2019 ci sono state 1818 rapine in abitazione privata, quasi cinque al giorno. Si deve tenere presente, inoltre, che le statistiche presentate dall’Istat fanno riferimento ai soli furti regolarmente denunciati, di conseguenza il numero reale potrebbe essere rivisto al rialzo, immaginando che ci siano stati dei furti per cui non si è proceduto a denuncia, magari perché i danni subiti non sono stati rilevanti.
Numeri sconcertanti, che dovrebbero spingere chiunque a riflettere sulla propria sicurezza e incolumità. In ballo infatti non ci sono solo i beni personali, ma anche la salvaguardia della propria famiglia e dei propri cari, amici a quattro zampe compresi. Senza dubbio è auspicabile un maggior intervento da parte delle istituzioni per rendere le nostre città più sicure, ma anche i cittadini ormai devono tenere alto il loro livello di guardia, proteggendo la propria casa e adottando le misure di prevenzione adeguate, partendo innanzi tutto dalle basi: la sicurezza di una casa è legata anche alla qualità di porte, finestre e portefinestre.
Come difendersi: il parere esperto
Installare una porta blindata di alto livello è fondamentale per evitare brutte sorprese. Il discorso è analogo per i serramenti: nella scelta di questi prodotti non bisogna badare esclusivamente alla loro estetica e alla capacità di coibentazione termica, ma anche alla loro robustezza, soprattutto laddove si preveda di installarli in un immobile ubicato a pian terreno o al primo piano. Tuttavia, ogni villa singola, ogni casa a schiera, ogni appartamento che non sia dotato di un allarme antifurto o di un sistema di televisione a circuito chiuso (TVCC) è potenzialmente esposto al rischio di furto con scasso.
Secondo Algor Elettronica, azienda mantovana nel settore della sicurezza elettronica, «È facilmente intuibile che una struttura di sicurezza performante a salvaguardia di ogni varco, generi un “livello di difesa” superiore.
I tre scopi attribuibili ai sistemi d’allarme e di sicurezza personale, ognuno dei quali statisticamente e tecnicamente provato e dimostrabile, sono:
- deterrente, uno stabile, sia esso di ambito civile o industriale, bancario o culturale, protetto, crea di suo una situazione psicologica per cui un possibile malintenzionato desiste o cambia orientamento a scapito di un altro nucleo sguarnito;
- confusionale, i dispositivi di segnalazione ottico-acustica ad alta potenza sonora, attivati contemporaneamente all’atto della rilevazione, producono un effetto frastornante e caotico in grado di mettere il malintenzionato in stato di disorientamento forzandolo a desistere;
- psicologico, un malintenzionato deciso all’attacco di una proprietà, sia essa civile o industriale, consapevole dell’esistenza di un impianto d’allarme, diventa maggiormente esposto a errori, mancanze, che possono risultare fondamentali per la sua individuazione o, in ogni caso, per la mal riuscita del suo furto. La paura di essere rilevato in flagranza di reato induce il malintenzionato ad agire con timore ed insicurezza, che possono essere causa di insuccesso del furto».
La tipologia dell’impianto va scelta in base a diversi parametri, primo tra tutti l’investimento che si è disposti a fare, non solo per l’acquisto dei dispositivi necessari, ma anche per la loro installazione. «La tipologia dei sistemi di allarme -continua Algor Elettronica- è ampia e si differenzia in base agli scopi che si desiderano perseguire e al tipo di location che si desidera proteggere: sistemi di allarme interni (sistemi ad infrarosso, sistemi a microonde, sistemi ad ultrasuoni, sistemi a doppia tecnologia); sistemi perimetrali esterni di controllo degli accessi (antiapertura, antiscasso, a tapparella); sistemi perimetrali alle superfici (sismica, inerziale, barriera); sistemi di allarme perimetrali esterni (volumetrici, a fasci, laser, interrati, a pressione, antiscavalco,); sistemi di allarme misti -in percentuale sono la tipologia di allarme più richiesta- cioè sistemi che prevedono la concomitanza di due o più tra i sistemi sopra presentati. Ci sono poi sensori strutturali, volumetrici, perimetrali: sono gli elementi che costituiscono i più diffusi impianti antifurto sul mercato».
Come difendersi: qualche costo
Se fino a qualche anno fa l’installazione di un impianto antifurto richiedeva investimenti molto consistenti e l’intervento di un professionista, oggi le nuove tecnologie permettono una maggiore flessibilità nella messa in sicurezza delle abitazioni, con prezzi che vanno da 150 fino a 1500 euro. A questi vanno aggiunti eventuali costi di manodopera dell’installatore (generalmente, circa 20 euro all’ora).
Alcune aziende propongono dei kit di allarme completi di sensore, sirena, contatti magnetici, centralina. L’installazione può essere effettuata con il fai-da-te, in maniera facile ed intuitiva. I kit sono normalmente espandibili a piacere e questo consente di adattarli al proprio caso, con costi che variano dai 300 ai 700 euro ed offrono una buona soluzione per chi cerca un sistema di antifurto efficace ed economico. Le telecamere di sorveglianza, e ancor di più le termocamere, possono far salire considerevolmente il prezzo: ogni singola videocamera può avere un prezzo compreso tra i 50 ed i 200 euro. È interessante notare che esistono delle agevolazioni fiscali per coloro che installano un sistema di sicurezza che possono permettere un bel risparmio sulla spesa finale: per gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2021, sono previste detrazioni pari al 50% della spesa sostenuta.
L’uso costante degli smartphone ha portato alla diffusione delle telecamere Ip, dispositivi che possono essere controllati a distanza con uno telefono o un tablet. Utilizzarle è semplice: basta posizionarle dove si desidera, connetterle al wi-fi e scaricare un’app sul cellulare. Si tratta di apparecchi a basso costo – circa 50 euro – reperibili online o nelle grandi catene commerciali. Possono essere utili se implementate ad un buon sistema antifurto, per verificare la presenza di intrusi nella propria casa o banali falsi allarmi. È importante specificare, però, che non costituiscono in alcun modo un sistema antintrusione. Le telecamere ad uso domestico, infatti, non offrono molto di più di un servizio baby-monitor. Senza contare che per funzionare hanno bisogno di essere collegate alla corrente elettrica ed è necessaria una connessione a internet a banda larga sempre disponibile. Questo significa che si deve lasciare sempre accesso il modem rendendo la telecamera facilmente attaccabile dall’esterno. I ladri, infatti, si premurano di togliere la luce e isolare il telefono. Per questo motivo i sistemi di sicurezza professionale sono dotati di batterie tampone, che ne garantiscono il funzionamento in caso di blackout, oltre a essere in grado di comunicare intrusioni o anomalie anche attraverso la rete di telefonia mobile.
Come difendersi: Forze dell’Ordine vs Vigilanza privata
Avere un buon sistema di sicurezza, ben implementato da telecamere, risulta dunque fondamentale per mettere al sicuro la propria casa: circa il 90% dei furti in casa è sventato dagli impianti antintrusione. Una volta scelto l’impianto di allarme, progettato il sistema, scelte le periferiche più performanti, potenziati i punti deboli della casa, è possibile non solo gestire in autonomia il tutto grazie alle app per smartphone, ma si può collegare il tutto alle Forze dell’Ordine. E’ un servizio assolutamente gratuito ed è uno strumento ulteriore di salvaguardia e controllo a cui si possono affidare i cittadini che possiedono un impianto di allarme. Il primo step, una volta installato il sistema di antifurto è collegarlo al 112. È però importante ricordare di non confondere il servizio delle Forze dell’Ordine con quello offerto dalla vigilanza privata.
Carabinieri o Polizia non potranno avere le chiavi di casa per controllare effettivamente l’accaduto, servizio che invece, viene svolto dalle società di vigilanza privata. La comunicazione con il 112, inoltre, può essere solo monodirezionale. Eventuali segnalazioni o anomalie, falsi allarmi o intrusioni verranno direttamente comunicati al Comando ma non ci potrà essere nessuna verifica da remoto, pertanto si aspetterà un eventuale sopralluogo in loco. Stesso discorso è valido per le tempistiche di intervento.
Attivando un servizio di vigilanza privata è possibile contrattualizzare e stabilire l’intervento con priorità massima. Ogni giorno le Forze dell’Ordine devono combattere contro reati alla persona o incidenti di varia natura. Sono attività con priorità 1, mentre i furti sono attività con priorità 2, pertanto non ci si può aspettare -e ci mancherebbe- pronti interventi.
§Collegare il proprio sistema antifurto ad un sistema di vigilanza privata ed ottenere un servizio di gestione 24 ore su 24 degli allarmi da Centrale Operativa e di pronto intervento di guardie giurate non equivale a una garanzia di furto sventato – nessuno può prometterlo – ovviamente. Tuttavia, avendo un contratto con determinate clausole, si ha comunque diritto a un determinato livello di servizio. Un istituto di vigilanza privata deve gestire immediatamente un allarme e inviare le proprie pattuglie (oltre a quelle di Polizia e Carabinieri) nel più breve tempo possibile. Scegliere il provider di vigilanza privata più adatto alle proprie esigenze dipende da molti fattori, ma vi sono alcuni indicatori che ne suggeriscono l’affidabilità: il numero di pattuglie che coprono la zona interessata; una centrale operativa efficiente, con un adeguato sistema di turnazione; le certificazioni necessarie che attestino i requisiti tecnici. I costi del servizio ammontano a circa 20-30 euro mensili e l’eventuale invio della pattuglia armata ha un costo extra.
Mettere al sicuro la propria casa ha di certo un costo – più o meno sostenibile, dipende dalle possibilità – ma ancora più certo è che per l’incolumità dei propri spazi, dei propri beni e dei propri cari è sempre meglio affidarsi a degli esperti qualora sorgessero dei dubbi. Per questo motivo milioni di italiani ad oggi sono serviti da istituti di vigilanza privata, organi -è bene ricordarlo- riconosciuti dallo Stato che garantiscono sistemi di prevenzione per famiglie e aziende di tutto il Paese.
Come difendersi: il punto di vista dei ladri
La sicurezza totale non è mai garantita, eppure ci sono pratiche e accortezze che riducono drasticamente i furti in appartamento per il solo fatto che rappresentano un ostacolo all’attività criminale dei professionisti della violazione domiciliare.
Una ricerca -preziosissima, quanto rara- della University Of North Carolina offre un punto di vista unico nella sicurezza: quello del ladro. Lo studio accademico -del 2012- ha chiesto a 422 detenuti condannati per reati quali furti o rapine, quali fossero gli elementi che facevano scegliere un obiettivo anziché un altro e i fattori più fastidiosi per i ladri d’appartamento, tali da far valutare addirittura la rinuncia al crimine. Ne è uscita una lista davvero interessante:
- Le inferriate;
- La presenza di un cane;
- Strade affollate e ben illuminate;
- Macchina in cortile o nelle vicinanze;
- Assenza di vie di fuga;
- Impianto di videosorveglianza;
- Vicini di casa;
- Sistema antintrusione: in questo caso il 46% degli intervistati li ritiene alquanto seccanti;
- Rumori in casa;
- Forze dell’Ordine nelle vicinanze;
- Persone all’interno
Oltre ad integrare diversi fattori di protezione, dunque, è bene stabilire anche dei buoni rapporti con il vicinato e a rimanere a casa il più possibile (che di questi tempi male non fa).
di Michela Di Gaspare