Il bacio ai tempi del Covid19

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La videochiamata è confermata per 11.30. Romperà la monotonia della quarantena fatta di pizza, torte, TV e noia.

Che stai facendo?

Provo a scrivere un articolo, il tema è Il bacio ai tempi del corona virus.

Posso suggerire qualcosa che mi riguarda in prima persona?
Certo, dimmi…

Qual è il limite tra mondo reale e mondo virtuale? Quello che succede nel mondo virtuale quanto ci tocca a livello reale? Un abbraccio a distanza che valenza e potenza può avere seppur con tutti i limiti dell’esperienza sensoriale corporea negata?
Penso che sia la limitazione in generale che ci permette di avere il tempo di considerare e riflettere su temi come un semplice abbraccio o sola la necessità di stare accanto a qualcuno a cui vogliamo bene, senza dover avere paura.

In generale, ci sono persone estranee che mi sentono e che sento, che comprendono come sto dal tono di un messaggio e si preoccupano per me ed io per loro. Ma non conosco il tono della loro voce dal vivo, il loro profumo, o la sensorialità rassicurante degli abbracci. Virtualmente è tutto diverso.
L’assenza di contatto fisico probabilmente ci sta portando ad concentrare la nostra attenzione verso altri sensi, questo ci rende più umani del solito, forse.

Io, forse, lo ero già troppo, prima!
Continuerai ad esserlo anche in quarantena. Ora dobbiamo riferirci più ad alcuni sensi e tutto più diventa più intenso se abbiamo abbastanza pazienza per ascoltarci, credo sia tutto più acutizzato.

Un blocco nella distanza che diventa un amplificatore dell’anima.
Probabilmente distolti da tante cose, spesso superflue, lasciamo da parte la sostanza più vera ed utile di noi. Privi da ogni contaminazione, come vuole la quarantena, ci resta l’essenziale, quello di cui davvero non possiamo fare a meno. Un saluto, un abbraccio, una stretta di mano o un bacio, o magari solo sapere che siamo liberi di poter fare ciò che vorremmo.
Abbiamo mille canali a disposizione per comunicare, ma non abbiamo ancora scoperto come sostituire quella magia che nasce quando percepisci il calore di una carezza sulla pelle, la stretta di un abbraccio forte, uno sbadiglio contagioso, vedere o cogliere un emozione, il luccichio di un occhio al presentarsi di un emozione, l’imbarazzo di una situazione, il sapore di un bacio desiderato, stare solo accanto al profumo di mamma e consolare o sostenere chi soffre, asciugare le lacrime di un fratello, salutare per l’ultima volta chi deve proprio lasciarci.
Gesti di un quotidiano, scontati, così semplici che non meritano spesso un momento di riflessione ma che se ci vengono negati e ne siamo privati da un giorno all’altro, realizziamo il peso di tanta semplicità, insostituibile. Non esistono differenze sociali, culturali, politiche di alcun tipo quando si parla di questo momento che sembra non avere fine, per un bene più grande.
Durante la quarantena puoi passare il tempo a pensare che potresti morire, o realizzare quanto sei stato fortunato a vivere, oppure, puoi pensare al Coronavirus come ad un flagello, ma anche come ad un’opportunità trasformativa che ha molto da insegnarti.
In attesa di un bacio vero, di un abbraccio forte oggi possiamo immaginare di non sciupare più l’opportunità che al momento non abbiamo ma che quando si ripresenterà sapremo cogliere ed apprezzare più che mai. Un bacio sentito, ad occhi chiusi, che racchiuda in quel momento tutto il mondo interno e che ti faccia sentire felice ed al sicuro come nella pancia della mamma o nell’abbraccio di papà. Inevitabile non soffrirne la privazione.
Prima del coronavirus non ci avevamo pensato abbastanza.

di Jesica Elizabeth Fidati

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