Informazione e Sicurezze: nuova squadra, nuovo corso

A pochi mesi di distanza dal suo ventesimo anno di vita, Dossier Sicurezza “cambia veste”, sia dal punto di vista editoriale che grafico. Lo fa con due nuovi direttori e una nuova “squadra” di validi collaboratori, ereditati (è bene dirlo subito) da quella che possiamo definire la sua “sorella maggiore”, Polizia e Democrazia, anch’essa rinnovatasi da tre anni orsono. Con quest’ultima non mancheranno elementi di continuità, sia per quanto concerne la scelta dei contenuti, sia per quanto riguarda il taglio prettamente giornalistico.

Occorre fare subito chiarezza sul nodo focale in cui si incentra la nostra Rivista, ossia il concetto di “sicurezza”, da cui la testata prende oltretutto il nome. Che cosa intendiamo per sicurezza? Forse è più facile rispondere sul “cosa non intendiamo” per sicurezza: questa non si esplica solo nel concetto di ordine pubblico, né sulla “domanda” di sicurezza da parte del pubblico stesso. Riprendendo una definizione dello storico e giornalista Antonio Mazzei, più che parlare meramente di pubblica sicurezza, il termine abbraccia (o dovrebbe) il concetto molto più ambio di “sicurezza pubblica”. Non una sicurezza, dunque, ma più sicurezze, ovverosia tutti quei settori sensibili e basilari sui cui poggia la nostra quotidianità: altro non sono che i diritti fondamentali della collettività, come il diritto alla salute, il diritto di vivere in un ambiente sano, il diritto di espressione, di associazione… insomma, tutti quei diritti che le nostre Istituzioni dovrebbero garantire e che, non sempre, sostengono in modo corretto.

Come scrive la nostra Direttrice Responsabile, le tematiche ambientali saranno un elemento centrale del nostro lavoro. La nostra attenzione verterà sulle (ancora poco concrete) politiche ambientali ma si focalizzerà anche sulle istanze dei cittadini, movimenti, realtà associative, che si mobilitano affinché tali politiche siano attuate. Abbiamo iniziato dando voce a un esponente del tanto discusso movimento “Ultima Generazione”, gruppo di attiviste e attivisti che da ottobre 2021 sta mettendo in pratica azioni di disobbedienza civile per spostare l’attenzione dei media e della classe politica sul «collasso eco-climatico cui stiamo andando incontro». Che le loro azioni (ricordiamolo: nonviolente) piacciano o meno, in parte ci stanno già riuscendo.

Ma “l’alveo” delle sicurezze di cui tratteremo è molto più ampio. Seguiremo con attenzione le dinamiche che riguardano la sanità pubblica, tanto invidiataci dal resto del mondo quanto messa in ginocchio dalle sempre carenti risorse destinate alla sua gestione e mantenimento, non ultima la deriva di un “regionalismo differenziato”, che rischierebbe di acuire il gap, già molto marcato, tra le strutture sanitarie del nord e del sud della Penisola. Non trascureremo il tema della salute, dall’analisi di patologie serie alla “scoperta” di una corretta nutrizione, avvalendoci del parere di esperti e raccogliendo dati da fonti sicure. Una posizione privilegiata avranno le realtà che ruotano intorno alla Protezione Civile e al mondo del volontariato in generale, un settore in cui l’Italia si è sempre contraddistinta ma che soffre sempre di scarsa attenzione: trattasi di realtà che acquistano visibilità solo quando c’è n’è bisogno, come nel corso di calamità naturali, ma che spesso sono marginalizzate e poco “raccontate” dai mass media. Infine, porteremo avanti, col nostro lavoro, il diritto all’informazione, cercando di farlo nel miglior modo possibile.

Prioritaria è la salvaguardia dei beni culturali, paesaggistici e naturali. Tutto il resto viene dopo e qualunque ipotesi di cambiamento o di sviluppo va rigorosamente subordinata a questi valori. (Antonio Cederna)

Il Direttore Editoriale
Matteo Picconi

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