L’importanza della strategia comunicativa in medicina

Epidemie, informazione scorretta e risk management

Il Sistema Sanitario Nazionale si confronta da tempo con il problema della qualità dell’assistenza, il cui miglioramento richiede, accanto alla tradizionale dimensione clinica, anche le dimensioni organizzative e l’attivazione di processi di coordinamento e relazionali che, in un sistema sempre più complesso e multidisciplinare, divengano prerogative essenziali per ottenere performance adeguate da parte del Sistema.
La comunicazione sanitaria mediatica deve essere altrettanto corretta, veicolando messaggi in cui non vengano sollecitate aspettative miracolistiche e in cui non vengano distorte affermazioni scientifiche a solo uso di sensazionalismo.
Urge – pertanto – non prescindere dal valore della dignità e del rispetto della persona nelle comunicazioni di informazioni scientifico-professionali e che queste non siano anteposte ad interessi politici e personali a scapito dell’interesse della collettività. Le informazioni fornite da alcuni scienziati purtroppo in occasione della pandemia da Sars Cov 2 non hanno seguito e non seguono tuttora questo processo virtuoso. Abbiamo infatti assistito a trasmissioni televisive e talk show In cui vari virologi esprimevano giudizi personali non suffragati da evidenze scientifiche come:

  • uso o non uso delle mascherine;
  • criteri di distanziamento non univoci;
  • monitoraggio con tamponi vs strategie alternative;
  • validità o meno del rilevamento della temperatura corporea come criterio di selezione;
  • molteplici proposte di terapie farmacologiche non collaudate e non validate dall’ O.m.S.;
  • validità o meno delle vaccinazioni, comprese quelle antinfluenzali.

Tutto ciò ha procurato disorientamento nella popolazione, con un aumentato rischio di mancata risposta alle strategie governative, messe in atto per combattere la pandemia. È venuta a mancare a livello nazionale e anche internazionale, una strategia comunicativa strutturata, in cui il sistema di comunicazione governativo e dei relativi consulenti ha la necessità di essere progettato e sistematicamente implementato con notizie utili alla popolazione per affrontare il rischio pandemico.
Partendo dalla consapevolezza che i professionisti sanitari quotidianamente incontrano, dovendo far fronte a situazioni tecnico organizzative, umane, relazionali, complicate, spesso difficili da gestire, diventa fondamentale il saper interagire in modo positivo, efficace, ed efficiente con pazienti, colleghi, media, giornalisti, stakeholders. La comunicazione efficiente, a livello mediatico,
non può essere e non deve essere affidata soltanto alla spontaneità di procedure e di forme comunicative personali che si discostano notevolmente da ciò che regolamenta la strategia comunicativa della gestione del rischio sanitario, da applicare secondo le regole del Risk Management.
In conclusione, deve servire di monito e propositivo, per il prossimo futuro, soprattutto per chi ha ruoli prioritari (virologi, primari ospedalieri, professori universitari, consulenti governativi), nell’ambito di questo specifico settore, di acquisire valide ed etiche abilità comunicative, tramite training e percorsi formativi, che considerino i contesti e le situazioni temporali e contingenti, non affidandosi a scelte e a parametri lontani dalla scienza medica, dai dati statistici epidemiologici e dalla buona gestione del rischio clinico.

di Pietro Pugliese

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