Osservazioni esperienze e considerazioni di un medico nell’attività di vaccinazione
La storia di un medico perbene
Sono un medico anestesista rianimatore che giunto all’agognata quiescenza dall’attività lavorativa, in una struttura pubblica dell’ emergenza sanitaria, ha deciso, stante le richieste della Protezione Civile Nazionale ma sopratutto della propria coscienza etica, di ritornare in servizio, rinunciando temporaneamente all’attività formativa sulla gestione del rischio Clinico intrapresa presso l’Istituto di Anestesia e Rianimazione dell’Università Campus Biomedico e ad altre attività come coordinatore di gruppi di lavoro nelle Società scientifica che rappresenta l’Emergenza Sanitaria Territoriale.
La prospettiva di una nuova esperienza nel campo di una vaccinazione di massa e della relativa organizzazione, sapendo che tutto ciò poteva essere utile, mi ha dato una forza interiore che stavo perdendo a causa di una cattiva gestione e disorganizzazione contro cui avevo combattuto nell’ambito dell’attività lavorativa, espletata per ben 40 anni nel Sistema Sanitario Nazionale e Regionale. In particolare nell’ambito dell’emergenza territoriale dove avevo ricoperto incarichi temporanei di struttura, in attesa dei diversi concorsi e nell’espletamento degli stessi, ho assistito ad una diversa attenzione verso le raccomandazioni della politica, piuttosto che nei confronti della preparazione e del curriculum del candidato.
Nel corso degli anni ho indicato agli stakeholders e ai politici di riferimento, con totale mancanza di ascolto, le risoluzioni all’implementazione di carenze formative, di addestramento, di risorse umane e che tecnologiche che erano presenti nel sistema, a causa di una spending review spietata che hanno portato il Servizio Sanitario Nazionale ad implodere, con le evidenze che si sono manifestate con risultati negativi e eclatanti delle carenze della medicina del territorio e dell’ emergenza territoriale e ospedaliera nel periodo più grave della pandemia Covid 19.
In questi ultimi mesi nella battaglia contro il Sars Cov 2, ho notato invece uno spirito diverso, che ha portato tutto il personale sanitario a superare ogni avversità, adoperandosi con abnegazione, in una riorganizzazione (in emergenza) dell’emergenza, dell’attività ospedaliera generale, dell’organizzazione dell’attività di vaccinazione nei centri HUB. Nonostante le risorse e strutture molto limitate.
In pochissimo tempo sono stati organizzati degli Hub vaccinali efficienti, seguendo linee guida, protocolli, procedure nazionali ed internazionali che prevedevano le caratteristiche organizzative strutturali e di formazione nel campo.
Nel centro HUB vaccinale Provinciale di Treviso – Villorba della ULSS 2, in cui opero, eseguiamo 4000 vaccinazioni giornaliere, con un presenza media di 15 – 16 medici e una media di 276 anamnesi nelle 12 ore per Unità medica, senza considerare l’enorme sforzo organizzativo che insiste sul personale infermieristico (sia relativamente all’impegno infermieristico di conservazione – preparazione – inoculazione dei vaccini sia amministrativo appuntamenti per dosi successive – documentazione e archiviazione dati), oltre che volontario (accoglienza percorsi e controllo norme di distanziamento ). Esiste anche una attività di primo soccorso, espletata nell’area specifica di primo soccorso con adeguato monitoraggio strumentale e personale sanitario medico infermieristico dedicato, in collegamento con il 118, in cui vengono assistiti pazienti con estrema fragilità e trattate eventuali reazioni allergiche.
Le difficoltà maggiori sono sorte a causa dei diversi cambiamenti comunicati dall’AIFA , dall’EMA e dal Comitato Tecnico Scientifico sull’uso dei diversi vaccini, in rapporto alle diverse età, che hanno creato dubbi e perplessità sui cittadini, superati in parte con le dovute spiegazioni e dati ed evidenze scientifiche da parte dei medici che eseguono l’anamnesi. Tutto ciò dimostra come con la cooperazione e l’aiuto di tutti si possa intraprendere un nuovo percorso virtuoso e cambiare dalla piccola realtà, come quella da me vissuta, verso realtà sanitarie ospedaliere e territoriali, regionali e nazionali, superando barriere e interessi politici.
Queste sono sicuramente osservazioni reali e vissute in modo -alcune volte- anche troppo intense ma che ora, raffrontate alla nuova esperienza e al nuovo periodo che stiamo vivendo, ci porteranno sicuramente ad una riorganizzazione della Sanità che, in alcuni ambiti, deve seguire linee guida nazionali dalle quali non ci si deve discostare, sfruttando tutta la forza etica, morale e deontologica disponibile, soprattutto dai giovani medici che ho visto al lavoro nei centri vaccinali
Per far comprendere bene cosa c’è dietro una organizzazione di un centro HUB vaccinale ecco solo alcune delle caratteristiche strutturali richieste:
- Collocazione in aree facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici o dotati di ampi parcheggi;
- parcheggio con segnaletica adeguata per orientare i pazienti;
- un ingresso sanificato con controllo della temperatura corporea (che non può superare 37.5°C) e dispenser per lavaggio mani;
- un area amministrativa open space dove viene consegnata la documentazione vaccinale (consenso informato, informativa, scheda anamnestica);
- area dedicata alla raccolta anamnestica e valutazione clinica pre-vaccinazione. Qui si definiscono idoneità alla somministrazione e tempi di osservazione, e il personale sanitario compila la modulistica, raccoglie il consenso ed invita il vaccinando ad attendere in una sala dotata di sedute distanziate in attesa di essere chiamato alle postazioni vaccinali;
- Area vaccinale dove viene raccolta la modulistica compilata e si vaccina il paziente .Durante la somministrazione, il personale dell’unità vaccinale avvisa il paziente di come si svolgerà la fase di osservazione post-inoculazione. Nel frattempo, personale amministrativo registra i dati sul portale dell’anagrafe vaccinale o sul sistema informativo regionale. La stampa del certificato vaccinale avviene a vaccinazione somministrata, al momento dell’accesso all’area osservazione;
- Area osservazione dove ogni persona seduta attende in media 15 minuti con uno spazio minimo di 4 mq di
- Area Primo Soccorso Sanitario posizionata accanto all’area osservazione con apparecchiature , presidi e farmaci presenti ordinariamente per le vaccinazioni e previsti per interventi di emergenza –urgenza o eventi avversi;
- Il personale medico ed infermieristico si è dovuto strettamente attenere con immediatezza alle seguenti procedure raccomandazioni e indicazioni per non incorrere in rischi ed errori:
- eseguire una riunione preseduta ad ogni inizio turno da parte del Responsabile che dà le necessarie istruzioni relative ai tipi di vaccini in uso, numero delle persone da vaccinare , fasce di età, categorie di rischio previste, variazioni e indicazioni subentrate relative alla somministrazione dei diversi vaccini ,e alla somministrazione del vaccino in pazienti con Covid pregresso;
- Prestare massima attenzione nella conservazione e preparazione delle dosi dei diversi vaccini;
- Adottare tutte le misure atte ad evitare la somministrazione nella seconda dose di tipi di vaccini diversi da quelli somministrati nella prima dose;
- Eseguire anamnesi con completezza dei dati particolarmente proiettate a diatesi allergiche alle componenti del vaccino o pregressi shock anafilattici da diversi farmaci e vaccini , prevedendo per tali pazienti, ove lo si ritenga necessario , sedute dedicate in ambiente protetto ospedaliero;
- Evitare nell’ambito organizzativo delle sedute una eccessiva implementazione delle persone in attesa , prevedendo prenotazioni distanziate in rapporto al tempo necessario per l’espletamento delle pratiche amministrative e sanitarie;
- Istruire adeguatamente ad ogni inizio seduta il personale volontario che opera nella struttura sulle regole relative al distanziamento per coloro che vi accedono e ai percorsi da far seguire alle persone in entrata e in uscita dal centro vaccinale;
- Attenersi scrupolosamente alle tabelle indicanti i codici di priorità per le condizioni sanitarie del paziente inserendo il relativo codice nella scheda anamnestica di vaccinazione;
- Attenersi alle tabelle indicanti le macrocategorie di rischio per le relative categorie di rischio inserendo il codice nella scheda di vaccinazione.
di Pietro Pugliese
(Medico specialista in Anestesia e Rianimazione e terapia del dolore, Medicina Aeronautica e Spaziale, vis. Prof. Risk management Università Campus Biomedico Roma, Mediatore professionista per responsabilità medica e sanitaria, Membro commissione AIDS e malattie infettive Regione Veneto.